Sebbene con i suoi due ultimi lavori Fantastic Negrito abbia vinto altrettanti Grammy nella categoria “miglior album blues contemporaneo”, bisogna stare attenti al significato della parola “blues”; questo perché il cinquantaduenne di Oakland non venga frettolosamente e ingiustamente relegato in una nicchia dalla quale poi difficilmente potrebbe riuscire a risollevarsi.
Innanzitutto iniziamo con il ricordare come il fu Xavier Amin Dphrepaulezz, prima di una serie di avventure fra illegalità, malattia e rinascita con il nome d’arte Fantastic Negrito (leggete qui la sua storia), avesse già affrontato il mercato discografico addirittura nel 1996 come pupillo di un certo Prince. E questo potrebbe già bastare per capire quale mix esplosivo di tecnica e originalità sia nelle mani dell’artista californiano.
Nel caso non vi bastasse, comunque nessun problema. Inserite il nuovo “Have You Lost Your Mind Yet?” nello stereo e lasciatevi travolgere dalla grinta, dalla bravura, dalla fantasia del nostro. In questo quarto album potete infatti trovare un po’ di tutto, dal blues più puro dell’apripista Chocolate Samurai e di King Frustration (la prima resa speciale da un inserto di piano dal sapore molto jazz, la seconda dal finale per hammond doorsiano) al gospel rap dell’irresistibile I’m So Happy I Cry; dalla ballad Aerosmith style (come non sentirci in certi tratti l’immortale Dream On?) How Long? ai due skit politici Shigamabu Blues e Justice in America; dalle teatrali Searching for Captain Save a Hoe e These Are My Friends all’R’n’B di Your Sex is Overrated; dalle ritmiche quasi trap di All Up in My Space alla conclusione puramente rock seventies di Platypus Dipster.
Insomma, limitare solo al blues la figura di Fantastic Negrito sarebbe come farlo per Ben Harper o per l’Eric Clapton da classifica degli anni settanta… Non proprio un’esatta definizione.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman