Certe volte succede che i dischi sulla carta inutili finiscano per diventare qualcosa di importante nella carriera di un artista. Questo “Only The Strong Survive” potrebbe esserne un chiaro esempio.
Bruce Springsteen non sembrava avere tanta energia da un decennio esatto, più precisamente da quel “Wrecking Ball”che ad oggi segna ancora l’ultimo grandissimo suo lavoro. In quel caso ad accompagnare la leggenda statunitense c’era la sempre fedelissima E Street Band e si trattava di brani originali. Questa volta, invece, della band di casa ci sono solamente i fiati e, soprattutto, le quindici canzoni in questione sono tutte cover.

Che Springsteen abbia sempre avuto un debole per il soul non era certo un segreto (lo stesso rocker ha più volte detto che le uniche parole che vorrà incise sulla lapide sono proprio “Soul Man”), ma che il suo amore sfociasse in una rivisitazione, a volte un po’ troppo fedele agli originali ma comunque piena di passione, non era certo cosa scontata. Bruce si diverte e noi ci divertiamo insieme a lui. Non c’è infatti un brano sottotono nell’intera scaletta. Che si tratti di grandiose ballad strappalacrime (The Sun Ain’t Gonna Shine Anymore, I Wish It Would Rain o I Forgot to Be Your Lover), di botte in faccia di rara potenza (Do I Love You (Indeed I Do), Don’t Play That Song o 7 Rooms of Gloom) o addirittura di riprese dai rischiosi eighties (Nightshift), il risultato è sempre una goduria.

Negli States sarà forse inutile, ma in Italia questo disco spingerà non poche persone ad abbracciare per la prima volta un genere qui non troppo conosciuto. Anche nel ruolo di divulgatore, Bruce Springsteen è da apprezzare. Speriamo che mantenga tutta questa giovane grinta fino a questa estate, quando sarà in tour anche nel Belpaese.

Andrea Manenti