Stanchi e rassegnati come siamo, abbandoniamoci alla sensualità. All’eros, a quella peccaminosa tensione nei confronti della quale noi stessi nulla possiamo, appunto perché incapaci di contrastarne la forza. Languido e ammiccante, lo sento in radio (una radio mainstream, per giunta) e se non ho sognato, è perché avrei rischiato sicuramente un fatale e doloroso incidente in macchina.
Aaron Frazer è giovane, talentuoso, prima batterista dei Durand Jones & The Indications, ora in proprio, frontman di sé stesso e libero di sguinzagliare il suo falsetto così naturale e irresistibile per tutto il globo ascoltante. Se uscite freddini da Over You, beh ragazzi miei: fatevi vedere da uno bravo. Band incredibilmente dotata e affiata, di gente che ha suonato con Charles Bradley e tutta la scena soul/r&b che conta, sostiene con solidità ed energica convinzione Aaron nostro.
Mai un cedimento, passi indietro manco a parlarne, è tutto perfetto. Senza il sospetto, tuttavia, di una calcolata operazione retrò. E non è un caso che dietro alla macchina da presa sieda Dan Auerback dei Black Keys, coautore del disco e padrone di casa dello studio di registrazione a Nashville, Tennessee, che Dio lo abbia in gloria.
Tutto il pantheon 70’s è un riferimento incrollabile, celebrato con sincera riconoscenza. Curtis e Marvin, Brown e Aretha dall’alto guardano e si diranno perché mai, qui, si continui a metterli in mezzo. Voi che leggete sapete il perché. Ma se lo avete dimenticato ascoltatevi, rigorosamente prima del caffè del mattino, Bad News. Il 2021 vorrei ne fosse all’altezza.
Alberto Scuderi
Nome e Cognome: Alberto Scuderi
Mi racconto in una frase: “Il matrimonio altro non è che quella odiosa ipoteca posta sui coglioni” Giuseppe Rovani. La frase è fortina e un conservatore come me non la condivide appieno. Tuttavia, l’avrei voluta scrivere per primo.
I miei 3 locali preferiti per vedere Musica: Paradise (Amsterdam), Ohibo (Milano), The Craftsman Jazz Club (Reggio Emilia)
Il primo disco che ho comprato: Rock is Dead (Singolo) Marilyn Manson
Il primo disco che avrei voluto comprare: Jagged Little Pill di Alanis Morisette
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Ciascuno ha le sue: penso che il sapone di Marsiglia sia veramente insopportabile. Per le proprie mani, per l’ambiente in cui si spande come veleno, per la società che lo produce e per tutti coloro che si ritrovano a venderlo trasversalmente al pensionato come allo studente fuori sede sfigato che non conosce lozioni altre da applicare alle proprie falangi. Ci vorrebbe una grande petizione popolare: ah, se fossimo negli anni ’70!