Al grido di “Good sounds comes back around”, Dan Auerbach ha fondato la propria etichetta discografica: la Easy Eye Recording. Il primo atto della neonata label sarà la pubblicazione di Waiting On A Song, secondo album da solista del cantante dei Black Keys. Nel caso in cui non fosse chiaro leggendo il motto dell’etichetta o ascoltando i primi tre singoli: King Of A One Horse Town, Shine On Me e l’omonimo Waitin On A Song, il nuovo LP del buon vecchio Dan è impregnato del fragrante aroma del country-rock.

Il rocker originario di Akron è arrivato a un momento della propria carriera in cui può permettersi di fare ciò che più gli aggrada. Ha raggiungo una completa indipendenza economica grazie al successo dei Black Keys e ottenuto la stima quasi incondizionata di pubblico e critica grazie alle sue doti di autore e produttore. Può finalmente pubblicare un full-lenght che lui stesso descrive come “A whole history of everything I love about music” (la descrizione esatta di tutto ciò che amo della musica).

Il primo passo verso l’indipendenza musicale è stato aprire uno studio di registrazione, nonché spostare la propria residenza a Nashville in Tennessee. Città scelta non a caso, soprannominata infatti “music city” perchè legata a doppio filo alla fama di artisti come Johnny Cash, Allmann Brothers Band, Steve Earl e Jack White. Qui il sig. Auerbach ha prodotto, oltre al suo album d’esordio “Keep It Hid”, artisti del calibro di Bombino, Lana Del Rey e The Pretenders.

Oggi, dopo circa quindici anni di carriera, può prendersi qualche soddisfazione, accollandosi pure il rischio d’impresa. A dargli man forte ha chiamato una serie di collaboratori di primissimo piano, da Mark Knopfler a John Prine, passando per Duane Eddy e David Ferguson. Scelti non in base a un criterio commerciale, ma al mero gusto dell’autore nonché produttore e interprete di tutte le canzoni.

Il risultato sono 10 tracce sognanti, spensierate e scanzonate. Il suono è quello rurale e vintage del classic-rock made in U.S.A. Le atmosfere sono estive, intrise di voglia di rivalsa e desiderio di libertà da adolescenza di provincia. Un’immagine ben nota all’epica americana contemporanea, perfettamente descritta dal video di Waitin On A Song o da film generazionali come “American Graffiti”, “Stand By Me” e “The Goonies”. Il retrogusto invece è malinconico come una cavalcata solitaria sul far della sera, come il desiderio di fuggire via, alla ricerca di qualcosa di migliore. Desiderio inscritto nella natura stessa del popolo statunitense.
Dan Auerbach, in particolare, è alla ricerca della canzone perfetta. La sta aspettando, da tempo. Ha pensato che il sound genuino e immortale di cui erano intrisi i successi che ascoltava durante la sua infanzia lo avrebbe aiutato a trovarla. Sta a voi giudicare se ci sia riuscito o meno. Buon ascolto.

Lesterio Scoppi