Album d’esordio di un giovane cantate italiano. Premiamo play e vediamo cosa c’è in questa mistery box. Trenta secondi netti e mi rendo conto che era dai tempi del Ligabue anni ’90, quello che pronunciava le T come le G, che non sentivo qualcuno così abile nel mangiarsi le consonanti.
Questo Rares ha una voce calda, tipo figlio illegittimo di Tiziano Ferro con giusto due gocce di miele in gola per un timbro vocale più avvolgente… Però non riesco a capire che caspita dice mentre canta. Per farvi capire: ve la ricordate L’Aura? Quella bravina che un po’ cantava e un po’ mugolava? Ecco, Rares sembra la sua versione maschile.
Di questo disco, la traccia che sicuramente rimane più in testa è Marcellino, armonica e adatta ad una giornata di pioggia. Lodevole. Per il resto l’album sembra disteso su un divano fatto di soul, depressione e singhiozzi. Oh, non sto dicendo che è brutto, ma ha un mood che tende a trascinarti giù in maniera devastante, con dei picchi di tristezza tipo Mariottide.
Dopo tutto ‘sto down ho bisogno di almeno mezz’ora di Raffaella Carrà. Iniettatemela direttamente nelle vene (cit.)
Buona fortuna Rares, hai le carte per migliorare molto.
Marco Improta
La foto di copertina è di Marcello Della Puppa
Mi racconto in una frase: Torna ad ascoltare te stesso. È gratis. Non ci vuole neanche l’abbonamento a spotify.
I miei 3 locali preferiti per vedere Musica: il mio bagno, il mio soggiorno, la camera da letto di una ragazza qualsiasi
Il primo disco che ho comprato: Così com’è – Articolo 31
Il primo disco che avrei voluto comprare: I Queen cantano Cristina D’Avena
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Voglio andare a vivere in un casale in campagna, col mio terreno, il mio orto, il mio ipotetico cane Gianfranco, il mio ipotetico cavallo, una moglie carina con le tette grandi e un camino. Il camino è fondamentale eh, che voglio passare la vita a gettare i gusci della frutta secca nel fuoco.