ARASHI, nome d’arte di Riccardo Schiara, è un cantautore nato dal sostrato pop milanese. Originario di Alessandria, vive nel capoluogo lombardo dal 2o15. Dopo il pop degli esordi, quest’anno si presenta in una veste nuova, con un’estetica minimale, quasi spirituale. Incubo, uscito a inizio dicembre 2019, è stato il primo capitolo del suo primo EP, “Spiagge Adriatiche”, cui ha fatto seguito il video della title-rack. Questo EP, composto da 4 brani, sottolinea la crescita artistica di Riccardo e sintetizza un percorso di ricerca che ha arricchito la sua scrittura di nuovi spunti di riflessione, nuovi punti di vista sulla vita di tutti i giorni e sull’ambiente che lo circonda.

 

 

Intervista a cura di Paolo

 

Ciao Riccardo, presentati ai lettori di indie-zone in una frase.

Ciao, sono Arashi e da poco è uscito il mio primo EP “Spiagge Adriatiche”.

Stai vivendo una sorta di seconda carriera (ma sarebbe meglio dire una ripartenza) con il moniker Arashi. Che ne è stato del tuo esordio nel 2014 a X-Factor, quando comparivi semplicemente con il tuo nome e cognome?

Non considero X-Factor come un vero e proprio esordio, dato che non ho mai portato pezzi miei. Ho iniziato a scrivere canzoni dopo questa esperienza.

Viste le polemiche sanremesi non possiamo evitare di chiedertelo. Che impressioni hai avuto di Morgan quando hai partecipato al programma in cui lui era un giudice?

Lo stimo molto, mi piace la sua musica e conoscerlo è stato sicuramente illuminante.

Da quando hai iniziato a comporre musica con il nome di Arashi il tuo stile è nettamente cambiato. Sei passato dal pop melodico a un soul minimale. Quali origini ha questo cambiamento?

Tutto quello che ho fatto mi appartiene, il pop che facevo prima aveva comunque riferimenti nel mio stile ma cambiavano le produzioni e il linguaggio, che al tempo non era ancora del tutto maturo. In realtà le primissime canzoni che ho scritto avevano molte cose in comune con “Spiagge Adriatiche”.

Fai parte di una schiera di giovani artisti italiani ispirata (anche) alla black music (Venerus, Mamhood, ecc), nata sulle basi gettate qualche tempo fa dal Neffa solista. Esiste una sorta di nuova ondata, per non dire un movimento, in Italia?

Sì, Neffa è stato il primo in Italia a portare questa corrente che nel 2020 si è evoluta. Amo la musica di Neffa, da piccolo canticchiavo le sue canzoni quando le sentivo in radio.

Ci hai già parlato del tuo primo EP intitolato “Spiagge Adriatiche” (Futurissima, 2020). Bene, hai spiegato che «le spiagge adriatiche sono quel luogo della nostra mente in cui ci si può concedere un momento per trovare noi stessi». Ma perché proprio l’Adriatico? Non sarebbe stata più adatta una spiaggia sperduta, chessò, nell’Oceano Pacifico?

L’Adriatico è uno dei posti della mia infanzia, ricordo con esattezza le sensazione che ho provato da bambino e mi fa ricordare chi sono e quali sono state le mie prime domande, mi chiedevo dove finisse l’acqua, immaginavo i fondali e di notte era ancora più affascinante. Probabilmente se fossi nato alle Hawaii avrei parlato del Pacifico.

Vivi a Milano da qualche anno. Che ruolo ha avuto questa città nel tuo percorso artistico?

Sicuramente mi ha dato tanto, è una città ricca di stimoli e persone con voglia di mettersi in gioco. Mi è servito stare a Milano per conoscere meglio questo mondo.

A cosa ambisci? Successo radiofonico e commerciale o un pubblico meno vasto ma di qualità?

Il successo non è esattamente il punto cruciale, penso che la cosa più importante sia far sì che la tua musica sia capita, riuscire a parlare con le persone che ascoltano i tuoi brani, fargli sentire quello che senti. Il successo se arriverà, arriverà di conseguenza.

In passato hai aperto ad Achille Lauro. Questo ti costa un’altra domanda a tinte sanremesi: Achille Lauro è davvero un genio come dicono in tanti?

Sì, ho trovato le sue esibizioni sanremesi molto utili, è diventato subito virale con le sue performance, mi ha dato buone speranze per il futuro. Vederlo sul palco dell’Ariston con la sua tutina è stato un toccasana per Sanremo.

Lo sai che esiste una boy band giapponese che si chiama Arashi?

Sì, W tutti gli Arashi nel mondo

Dove e quando potremo ascoltarti dal vivo?

Stiamo programmando un po’ di date per l’estate, ma ancora non posso dire nulla. Ci saranno presto grandi novità.