È chiaro che Joan Thiele, dopo diverse riconferme, sia una delle penne più interessanti in Italia in questo momento. Per nulla banale è stata l’operazione che ha compiuto con la pubblicazione dei suoi ultimi lavori: non un altro album, ma neanche una serie di EP a tutti gli effetti. Stiamo parlando infatti di tre atti, intitolati rispettivamente “Atto I – Memoria del futuro”, “Atto II – Disordinato Spazio” e “Atto III – L’errore”, ciascuno contenente due pezzi, usciti nel corso del 2021.
Il suo è stato un percorso caratterizzato da diverse fasi, compreso il significativo passaggio dall’inglese all’italiano, spartiacque che ha portato a molti, necessari, cambiamenti nel modo di raccontarsi e di relazionarsi alla musica, alla melodia. Già dal disco che aveva preceduto i tre atti, “Operazione Oro” (2020), l’artista aveva incominciato a sperimentare diversi mix sonori, come l’RnB accostato a chitarre, sintetizzatori e fiati, che nei pezzi usciti quest’anno trovano il loro massimo compimento, grazie alla collaborazione con produttori e artisti come Mace, Venerus, Ceri, B Croma.
Atto I
Come dimostrano i titoli, gli atti sono molto differenti l’uno dall’altro, non tanto a livello sonoro, dove comunque la cifra stilistica sviluppata nel corso degli ultimi tempi rimane come elemento in comune, quanto nelle tematiche trattate e nel modo di affrontarle. In “Atto I – Memoria del futuro”, troviamo i brani Cinema e Futuro Wow, due pezzi che accostati risultano complementari; ad accomunarli è il fatto che entrambi, nel bene e nel male, trattano del rapporto tra due persone, che Joan Thiele esamina soprattutto attraverso elementi introspettivi, animati dalle sue parole e da suggestive immagini. Nel primo brano c’è una presa di coscienza sulla necessità di allontanarsi, perché come dice la cantante, “sono io che non ho più tempo per te”; mentre nel secondo non si parla più di lasciarsi qualcuno alle spalle, c’è invece una visione positiva, incoraggiante, del futuro e di una possibile nuova presenza che viene narrata sfiorando i confini che dividono sogno e realtà.
Atto II
“Atto II – Disordinato spazio” è composto da Tuta Blu e Scilla: in questo caso, troviamo la prima traccia che riprende le tematiche affrontate nell’Atto I, tra incontri con altre persone e la volontà di ascoltare, capire, entrare nell’universo altrui, mentre la seconda, ricordandoci che “l’infinito ci circonda, vediamo il limite ma mai la sponda”, ci proietta già verso quella che sarà la base dell’atto successivo, all’insegna di un percorso che passa dal rapporto con gli altri alla scoperta di sé.
Atto III
Infine, “Atto III – L’Errore” esplora elementi presenti nella quotidianità di ciascun essere umano: in Errori l’artista afferma di voler continuare a sbagliare, perché in fondo nella vita è inevitabile, è quello che ci permette di andare avanti e cambiare. Sotto La Pelle è invece un brano in cui viene accettata la continua ricerca di sé, attraverso il proprio sguardo ma anche attraverso la visione dell’altro, perché nessuno dovrebbe mai smettere di cercare di scoprire le proprie verità, non sempre visibili o comprensibili nell’immediato.
Joan Thiele riesce, attraverso sei canzoni, a raccontare e raccontarsi con sincerità, unendo le sue parole anche a interessanti progetti visuali che le hanno consentito di rendere più accessibili le sue storie, rimanendo comunque fedele al suo modo di narrare, avviandosi però verso un’ulteriore evoluzione a livello personale ed artistico. A questo punto, è impossibile non rimanere conquistati dalla sua voce e dalle sue idee.
Lucrezia Lauteri
Mi descrivo in una frase: Instancabile lettrice, appassionata di anni ‘80.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Monk (Roma), Largo Venue (Roma), Le Mura (Roma).
Il primo disco che ho comprato: Un “Best Of” degli Iron Maiden
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Cure – The Head on the Door
Una cosa di me che penso sia inutile ma ve la racconto lo stesso: Ho un’ossessione per le biografie ed i dettagli inutili delle vite degli artisti.