Milano, 25 ottobre 2022

 

Nilüfer Yanya è un turkish delight, la Stratocaster un’estensione bionica dei suoi ricci definitivi. Un ristretto di sensualità, nelle forme e nei contenuti, foderata da un vestito color palla matta. Band classica e compattissima, trainata da uno tra i (probabilmente) cinque batteristi inglesi che sanno suonare così. La bassista tiene tutti con i piedi per terra e la tastierista/corista/saxofonista ricama nei vuoti, ma senza horror vacui. Nilüfer significa fiore di loto, che se hai la fobia dei piccoli spazi vuoti (tripofobia) è il tuo peggior nemico.

Nilüfer Yanya canta con maturità e personalità, voce calda e frasi staccate che vengono più dall’hip hop e dai cazzeggi funk, che da una scuola lirica. Suona la chitarra in modo micidiale, ma senza concedersi virtuosismi. Ti viene spesso da desiderare che si lasci andare, che le scappi un urlo o un assolo breve, ma niente, tutto misuratissimo, come il songwriting. Dai Nilüfer. Londinese di Chelsea, ma sempre sobria, famiglia turca e irlandese. Probabilmente è una tipa tranquilla, oppure una control freak, è difficile dirlo. Anche io, nel dubbio, ho bevuto solo acqua tonica.

Il live conferma in pieno l’impressione del secondo disco. Abbiamo a che fare con un talento vero, che ha scelto una strada strettissima. Prendere un’attitudine rock scarna e 90s tra Liz Phair/Throwing Muses/Pj Harvey, poi ammorbidirla con un sound più vicino a Tracy Chapman e il neo soul/rnb (Cleo Sol tra i nuovi). Nessuna sorpresa nel sentire una trascinante cover di Rid of me, ma non mi sarei stupito se avesse scelto Terence Trent D’Arby. Tanta America e poca Inghilterra, tranne gli Xtc maturi e Andy Summers (Sting niente, proprio stasera suona al Forum e oggi era ad un congresso di enologia). A tratti sento la magia minimal degli Young Marble Giants, forse nel timbro della chitarra, o forse io li sento ovunque, anche nel rumore delle quattro frecce quando parcheggio dove non si può.

A Nilüfer Yanya sarà sembrato insensato crepare di caldo sul palchetto più piccolo del Magnolia, dopo aver suonato qualche mese fa da Jimmy Fallon vestita da angelo. Cose che succedono, se non hai ancora scritto una vera hit o se non sei davvero interessato nel farlo. Se la tua musica sembra qualcosa a metà tra la libertà di fare quello che vuoi e un mix calcolato di tutte le tue influenze più disparate. Se le tue canzoni vanno tranquillamente bene come sottofondo, anche se puoi ascoltarle meglio e prestare attenzione alla notevole quantità di dettagli. Se l’atmosfera è splendida, con un’ottima gestione delle dinamiche, ma dopo un po’ tende a ripetersi. 27 anni. Dai Nilüfer.

Dr. Fluido, PhD

 

Foto di copertina: Molly Daniel Wide