La caratura autoriale di Cat Power è talmente elevata da potersi permettere di tornare, dopo quattro anni di riposo, con un album di cover, addirittura il terzo della sua carriera. Può permetterselo perché, come re Mida trasformava in oro ogni cosa toccasse, allo stesso modo ogni cosa suoni e canti Cat Power prende spessore e diventa parte integrante della sua anima, abbandonando quella degli autori originali. D’altronde, saper fare bene una cover è innegabilmente un’arte: di Satisfaction, per esempio, ne esistono a migliaia, ma solo tre hanno una ragione d’essere, le tre più stravolte, quelle di Otis Redding, dei Devo e appunto della stessa Cat Power.

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La scelta delle canzoni in scaletta è strettamente autobiografica e riprende ascolti che l’allora Chan Marshall fece da bambina, poi da adolescente e infine da artista completamente matura. In aggiunta anche una nuova versione di Hate, qui ribattezzato Unhate, un brano già pubblicato nel capolavoro “The Greatest”, ai tempi scarnissimo, oggi dotato di nuova linfa grazie a un arrangiamento per band.

I singoli scelti sono il classico del nuovo millennio a stelle e strisce Bad Religion di Frank Ocean, trasformato in una dolce ballad indie-rock, il folk irlandese di A Pair of Brown Eyes dei Pogues, denudata per soli organo e voce, e il jazz portato al successo dall’immortale Billie Holiday di I’ll Be Seeing You, qui reso maggiormente blues. Non da meno le altre scelte, da una Pa Pa Power dei Dead Man’s Bones purificata della patina garage anni Sessanta a una Against the Wind di Bob Seger spogliata dal vestito stereotipato da FM americana, dal rafforzamento del sodalizio con Lana Del Rey, della quale riprende la sua White Mustang, al folk celestiale della These Days di Jackson Brown, qui più radicalmente spoglio.

Spazio anche al country di It Wasn’t God Who Made Honky Tonk Angels di Kitty Wells, sporcato alla maniera di Tom Waits, e al trio ribelle Iggy Pop – Nick Cave – Replacements, con Endless Sea, I Had a Dream Joe (entrambe ingiustamente dimenticate) e l’indimenticata e indimenticabile Here Comes a Regular. Il 2022 musicale non sarebbe potuto iniziare meglio.

Andrea Manenti