Quando si pensa a un vendicatore, si è portati a immaginare personaggi arcigni e arrabbiati come Rambo, Django o l’impellicciato Di Caprio redivivo. Qualcuno però, ogni tanto, pensa a vendette femminili, e l’ultimo dei film sul tema che mi è capitato sotto gli occhi è “The Dressmaker”, dove non c’è una Gloria con pistola alla mano, una Smilla, Matilda o Nikita, ma Kate Winslet armata di macchina da cucire. Un filmetto che riporta la Winslet in Australia, alle latitudini dei suoi esordi (fu infatti lanciata dal neozelandese “Creature del cielo”, di Peter Jackson).
Una storia tipica di vendetta e redenzione di una donna perseguitata da sfiga e incomprensioni. Tratto dal racconto di Rosalie Ham, “The Dressmaker” ambienta negli anni ’40 il ritorno nel proprio paese d’origine di Tilly Dunnage, fatale ragazza “maledetta”, cacciata perché presunta colpevole di un omicidio tanti anni prima e, durante il proprio esilio, diventata una sarta eccezionale, formatasi in Europa e vissuta a Parigi. Nel natio borgo selvaggio, si inscena una specie di Western, dove la redenzione veste il paesino malvagio di eleganza e di buoni sentimenti, scoprendo molti scheletri nell’armadio e che il tempo non può cambiare le persone, soprattutto le più malvagie. Sullo sfondo una storia d’amore (bonissimo Liam Hemsworth, un po’ ingessato e troppo giovane per Kate), che rende accattivante il film, con toni da soap-opera.
“The Dressmaker” è un film che vive grazie alla coppia Judy Davis (attrice australiana amata da Woody Allen, dai Coen e che vinse l’Oscar con “Passaggio in India”) Winslet, senza la quale non so che destino avrebbe avuto questo film, perché, nonostante un inizio abbastanza tonico, dopo la deriva romantica si perde in una mancanza di ispirazione totale, insopportabilmente e ridicolmente bizzarro. Se l’idea di utilizzare l’alta moda per civilizzare un paese di meschini bifolchi po’ essere uno spunto originale, tutto sembra alla fine ruotare intorno a una tematica che sembrerebbe voler dire che l’abito non fa il monaco, che chi nasce cattivo e bifolco, non può migliorare cambiando soltanto l’esteriorità. La regia, ambiziosa, si impenna poi in strepitii attoriali insopportabili (esclusa la Winslet, che ce la mette tutta). Un’occasione sprecata per La bravissima Kate, a cui il 2015 ha purtroppo regalato ruoli non all’altezza del passato e della sua grandissima bravura. Speriamo in qualcosa di più per il 2016. Se siete comunque curiosi o suoi fans come me, “The Dressmaker” uscirà nelle sale italiane il 28 aprile.
Il Demente Colombo