Tra tanti film a Venezia quest’anno, di registi emergenti e soliti autori correttamente schierati, ha trionfato Woody Allen, splendido ottantottenne. Ci ha provato ancora, con una storia affidata al caso e non per caso ha sbancato tutto, ma fuori concorso. In Coup de Chance l’atmosfera di Match Point è trascinata a Parigi, tra le luci ovattate di mezza stagione fotografate da Vittorio Storaro. Tutto è patinato, brillante e perfetto, tranne l’interiorità e le verità che si nascondono dietro le trame delle vite alto-borghesi. Nella serie Crisi in sei atti, Miley Cyrus citava “La violenza è l’antenato di tutti i valori del mondo” ed in una società in cui l’apparenza ha sostituito i valori quello che resta è proprio la violenza, innaffiata da viaggi, selvaggina e champagne. In un giallo parigino, dove Simenon incontra Misterioso Omicidio a Manhattan, Woody osserva la lotta tra classi per mantenere intatto il privilegio ottenuto, e dove tutto si può comprare. Ma davvero fiducia e sentimenti hanno un prezzo? Non dove la legge e l’ironia del destino possono capovolgere la sorte e ristabilire le regole del gioco, svelando il trucco e ristabilendo il rassicurante disordine delle cose. Woody ha girato il film a Parigi, ritenendo che la propria conoscenza di cinema europeo lo avrebbe aiutato, a ragione. D’altronde egli stesso ha detto “i miei film sono più apprezzati in Francia che in America. Devono avere dei sottotitoli fantastici” e forse la conoscenza del cinema francese lo ha guidato nella scelta del protagonista, uno degli attori più talentuosi di adesso, Melvil Poupaud (ragazzo nel racconto d’estate di Rohmer, splendido Laurence per Dolan, irresistibile in Un Beau Matin di Mia Hansen-Løve e in Un Conte de Noel di Desplechin). Eccezionale anche Valérie Lemercier, una Diane Keaton francese che vivifica il film.Assolutamente da vedere, se si vuole vedere che cos’è il vero cinema. Coup de Chance è girato splendidamente, cullato da calde tinte autunnali, con una sceneggiatura, che senza mai vacillare, ci ricorda (come già in Io e Annie), che la vita è affidata completamente al caso e che i rapporti uomo – donna sono assolutamente irrazionali, pazzi, e assurdi, come la nostra esistenza.
Il Demente Colombo

Nome e Cognome: Demente Colombo
Mi racconto in una frase: strizzacervelli con un cuore di cinema
I miei 3 locali cinema preferiti: Anteo, Apollo, Silvio Pellico di Saronno.
Il primo disco che ho comprato: Cross Road (Bon Jovi)
Il primo disco che avrei voluto comprare: Tapestry (Carole King)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Quando sono triste guardo Zoolander e il mondo mi sorride.