Finalmente Woody Allen è tornato, più in forma che mai. È tornato a casa e ha girato una commedia romantica perfetta. “Un giorno di Pioggia a New York” è diventato celebre già prima di uscire nelle sale in seguito allo spiacevole processo con Amazon, da poco archiviato. Bandito in America (come il nuovo Polanski), questa piccola meraviglia, uscita pochi giorni prima del compleanno del regista (il primo dicembre), parla prima di tutto della sua città. D’altronde, come in un vecchio incipit “New York era la sua città e lo sarebbe sempre stata”; potrebbe essere la sintesi del film, che vede l’occhio speciale di Woody nella scelta degli attori, qui con Timothée Chalamet, giovane ed affascinante stella nascente, perfetto nelle vesti del bohémien Gatsby (come altro avrebbe potuto chiamarsi?).
La trama è semplice, quella di una giovane coppia che trascorrerà un fine settimana a Manhattan, La città di lui e una scoperta per lei, biondissima ereditiera del dell’Arizona. Ne verranno travolti, l’una in un’ambiziosa e flirtante scoperta delle proprie possibilità, l’altro in malinconiche passeggiate sotto la pioggia. Due giorni in cui il tempo corre velocissimo, perdendo il corso comune ed incrociandosi col destino, svelando ai due il proprio futuro e la propria posizione nel mondo. Come in tanti film di Woody, New York è un paradiso ideale; tante battute sull’Arizona, un po’ di spassosi cliches, che ben si incastrano nella visione di contrasti tra la sua città ed il resto del mondo (una volta Woody disse, parlando di Los Angeles “ho molti amici laggiù, solo he non mi piace quel tipo di luce, non mi piacciono i luoghi troppo assolati. E non mi piacciono i posti così estesi, in cui tutte le cose sono lontane le une dalle altre. Si respira un’aria di periferia”). Un’ambientazione che resta attaccata alla pelle, come la pioggia scrosciante che cade sui vetri di auto e vetrate su Central Park, proteggendo baci nascosti e confessioni, in una luce che ovatta il mondo di romantica malinconia, come un piano bar o una canzone di Irving Berlin. In quest’atmosfera i due protagonisti si affacciano al mondo e scoprendo tanto di se stessi e degli altri, capendo che i miti giovanili dell’eternità e dell’assoluto sono effimeri e fragili come il corso del tempo. Diventeranno adulti, ma con leggerezza, affidandosi al caso e alle splendide sorprese che l’imprevedibile può offrire.
Fotografia senza pari di Storaro, un film adorabile ed assolutamente imperdibile. Un regalo di Woody per rendere le nostre vite (o almeno un’ora e mezza) migliori.
Il Demente Colombo
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Nome e Cognome: Demente Colombo
Mi racconto in una frase: strizzacervelli con un cuore di cinema
I miei 3 locali cinema preferiti: Anteo, Apollo, Silvio Pellico di Saronno.
Il primo disco che ho comprato: Cross Road (Bon Jovi)
Il primo disco che avrei voluto comprare: Tapestry (Carole King)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Quando sono triste guardo Zoolander e il mondo mi sorride.