In queste serate di mezza estate, nell’inerzia vacanziera che permette di vedere qualche film che ci eravamo persi durante l’anno, ho incontrato per l’ennesima volta la divina Greta Gerwig. Nell’ultimo film uscito nelle sale è Maggie, una Frances Ha colorata, una Annie Hall dei nostri tempi, immersa in un ambiente che più radical-chic non si può, con ambientazioni ed abiti di chi non è proprio indifferente al cinema di Woody Allen. “Maggie’s Plan” è un film piacevole, girato da Rebecca Miller (la figlia di Arthur Miller), che racconta di amori e disamori di due donne e di uno scrittore affascinante. Tra dialoghi brillanti, battute irresistibili e agrodolci, il film della Miller si sviluppa come una commedia romantica che gioca col destino e l’imprevisto. Due ore gradevolissime, dove il ghiaccio di una New York invernale rinfrescherà le temperature estive bollenti, di cui resta la felicità di aver visto un bel film, senza un attimo di noia e pieno di una quieta allegria e di un affettuoso ottimismo. La Gerwig si conferma regina della commedia sofisticata, con un’ironia alla Baumbach, che aggiorna con la forza del proprio bellissimo volto e del suo dolce e impacciato sarcasmo, la classica commedia romantica dominata e incasinata dal destino. Particolare menzione per Ethan Hawke, perfetto e irresistibile, mentre Julianne Moore è bella da togliere il fiato.
Consigliatissimo, piacevolissimo, vi farà sentire irresistibilmente radical-chic e problematici per due ore ma ne sarete, inaspettatamente, felicissimi.
Il Demente Colombo

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.