Quando Paul Schrader era un giovane dottorando si interrogava sul cinema spirituale. Era il 1972 ed egli non si limitava a meditare, ma ne scriveva nella sua tesi finale, preferendo ad Hollywood l’analisi mistica di tre filmografie. Ne diventò un libro eccezionale, un culto: “Il trascendente nel cinema”.Schrader analizzava tre letture della spiritualità nel cinema in diverse latitudini (Ozu, Bresson, Dryer), verso prospettive sempre più umane e meno rarefatte.

Bisogna vederlo lo sceneggiatore di Taxi Driver, col suo volto solcato dagli anni e da una passione per l’alcol (non contiene caffè la tazza onnipresente nelle interviste). I suoi sono occhi cerchiati, mentre parlano del proprio film, come se raccontasse di ricordi lontani.  Come Silence, il film della vita di Scorsese, il più desiderato, è stato il prodotto del proprio percorso spirituale, così “First Reformed” è il capolavoro di Paul Schrader e sintesi delle proprie teorie giovanili sul trascendente cinematografico.

“First Reformed” racconta la parabola del reverendo Erns Toller, ex militare che ha indossato la tonaca per redenzione dopo una vita di sofferenza. Il protagonista ricalca il profilo del prete di “Diario di un curato di campagna” di Bresson, con una rilettura del classico del ’51, in un’attuale chiave ecologista. Paul Schrader ribalta il trascendente, come faceva Dryer, in una prospettiva terrena, dove la salvezza del pianeta diventa prospettiva si eterna sopravvivenza.

“First Reformed”è rigoroso, essenziale e spietato nel mostrare le punizioni e il dolore, senza mai eccedere nel voyeurismo, ma con una freddezza stranamente empatica e allo stesso tempo inquietante. Costruito come un giallo (alla Hitchcock), sovrappone il curato di campagna al Travis di Taxi Driver, in una rilettura moderna del classico di Bresson. Militaresco nella forma, appassionato nel cuore, Ethan Hawke è epico. L’interpretazione della vita (lo avrebbero dovuto inondare di premi, ma all’Academy non lo hanno filato).

Nel corso del film il racconto vira verso l’immanenza e l’attaccamento alla terra (concretamente e carnalmente), per passare da una sopravvivenza mortifera alla tensione alla vita. Se ne “Il trascendente nel cinema” Schrader criticava gli scivoloni di Dryer rispetto allo stile trascendentale, in “First Reformed” ne adotta totalmente la poetica, in quanto egli è regista e sceneggiatore di carne (pensate a “Canyons”) e di sangue (da quello a fiotti di Taxi Driver a quello nascosto di questo film). Dal militaresco cede alla passione, la salvezza che nasce dalla sofferenza viene sostituita dalla salvezza dell’amore. Un noto psichiatra ha parlato recentemente dell’amore che cura, che contiene l’universo informe delle nostre emozioni e dei nostri dolori. E non a caso il viaggio termina quando le anime di Erns e Mary si uniranno, il caos dentro di loro partorirà  stelle danzanti, la follia diventerà saggezza e, come diceva Inger alla fine di “Ordet”, risvegliandosi dal proprio letto di morte, “la vita ricomincia”.

Il Demente Colombo