I Sick Tamburo hanno fatto centro di nuovo. La band nata del 2007 dalle ceneri dei Prozac+ si riconferma tra le più prolifiche e coerenti del panorama italiano. “Paura e l’amore”, il loro quinto album, è uscito per La Tempesta Dischi. Il lavoro di Gian Maria Accusani ed Elisabetta Imelio continua a suonare rock come se fossimo nel 2000, e parla del rapporto necessario tra paura e amore, di come si cerchino e si nutrano a vicenda.

«È la storia di come si possano affrontare le paure riducendole notevolmente, con un’arma che abbiamo tutti a disposizione. L’amore».

Rispetto al precedente “Un Giorno Nuovo”, le liriche hanno un respiro più malinconico. In linea di massima resta la loro attitudine punk, ma c’è spazio anche per le ballate acustiche che scavano in profondità e restituiscono l’incisività della penna di Accusani. I suoi personaggi sono eroi a cui è impossibile non affezionarsi. “Lisa ha 16 anni”, “Agnese non ci sta dentro” e Andrea, “Quel ragazzo speciale”.

Il singolo Puoi Ancora è ipnotico come il riff tenebroso di Baby Blue e il gran finale de Il Più Ricco del Cimitero. “L’amore, l’amore, non c’è niente senza l’amore Dolore, dolore, non c’è niente senza il dolore”. Anche Tim Burton la sceglierà è il brano che più sintetizza le sensazioni di questo disco, che lo rende forte ed essenziale, ed è anche il collegamento più evidente ai lavori precedenti. Sembra che i Sick Tamburo stiano seguendo un flusso che dura da anni, e a quanto pare non ha intenzione di estinguersi. Un altro disco eccellente, che vale la pena ascoltare dal vivo, magari alla prossima edizione del Mi Ami Festival.

Mattia Sofo