Boom, ecco la bomba: 9 trace di puro e sano rock’n’roll di vecchia scuola. “Spaceman” è l’ottavo album di Ace Frehley, ex chitarrista dei Kiss, in cui ritroviamo tutta l’energia, la passione e l’esperienza di chi la vita “on the road” l’ha vissuta veramente a fondo.
Le chitarre “quadrate” e i suoni di basso possenti fanno da cornice a testi in cui si celebra il rock senza compromessi, ripercorrendo la vita e le esperienze con brani come Pursuit Of Rock N’ Roll, in cui vengono citati artisti che hanno fortemente caratterizzato il background di Ace (Elvis, gli Stones, Chuck Berry e Little Richard) oppure Rockin’ With The Boys, in cui si racconta la difficoltà di una vita in tour.
Quest’ultimo brano è stato scritto all’epoca della prima militanza di Ace nei Kiss e con i quali il legame è evidentemente rimasto forte: Without You I’m Nothing e Your Wish Is My Command vedono la partecipazione di Gene Simmons al basso e addirittura di co-autore nella prima.
Ci sono poi brani come Bronx Boy, Mission to Mars e Off My Back, che rappresentano l’essenza di Ace nella sua semplicità e coinvolgimento musicale, quasi a indicare che possono passare i decenni e le tendenze, ma il rock’n’roll più sincero non tramonterà mai.
L’album si conclude con il brano strumentale Quantum Flux, vera e propria firma dell’artista, il cui doomy outro, ancora una volta, rimanda ai Kiss e al loro “Black Diamond” (1974).
Nel complesso un ottimo lavoro coinvolgente, uno di quelli che ti mette la voglia di cantare i brani dall’inizio alla fine e di mettere un pizzico di “ignoranza” canora nei cori. Chissà mai che Ace si palesi al prossimo show dei Kiss a Milano.
Gipi Montalto
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.