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The John Steel Singers – Midnight At The Plutonium: recensione

JSSMidnightLP_grande“Let’s Dance” cantava il Duca Bianco anni fa e la classe e l’eleganza con cui i sei australiani di base a Brisbane fanno ballare è esattamente riconducibile a quella lucida e scintillante del Bowie anni Ottanta. “Kiss” cantava Prince e la visione di una musica seducente da parte dei John Steel Singers si rifà esattamente a quella, sempre anni Ottanta, del folletto di Minneapolis.
Che di tributo ai due grandi artisti morti in questo funesto 2016 si tratti? Mi fa piacere pensarlo, ma nessuna intervista alla band lo lascia comunque minimamente trapelare. Solo revival? Qui sicuramente la risposta è negativa. Sull’intero lavoro aleggia infatti il fantasma dei compagni d’isola Tame Impala, soprattutto quelli dell’ultimo album “Currents”, ma anche del genietto statunitense occhialuto, e nel belpaese purtroppo molto sottovalutato, Dent May.
Otto tracce fra voglia di muoversi fino alla perdizione e lentoni da paura, il tutto stabilissimo grazie ad una sezione ritmica basso batteria di livello assolutamente superiore. Rock da club di altissimo livello…gli amanti del genere impazziranno!

Andrea Manenti
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