I Manic Street Preachers sono uno dei più grandi misteri del rock britannico. Idolatrati in patria, hanno sempre faticato a farsi largo nel cuore degli ascoltatori nel resto del continente. Eppure le premesse per conquistare la fama ci sarebbero: dagli inizi punk al classicismo alternative che li accompagna dai Nineties, dall’impegno politico alla misteriosa scomparsa di un componente (Richey Edwards nel 1995), agli emozionanti live.
Ovvio, qualche loro canzone è arrivata anche alle orecchie degli ascoltatori italiani… Come scordare vere e proprie perle quali A Design for Life o Motorcycle Emptiness? Ma la grandezza musicale dei gallesi avrebbe certo meritato molto di più. Padri di un sound pulito ma grezzo, diretto ma maestoso, i Manic Street Preachers regalano dalla bellezza di tre decenni veri e propri gioielli pop di splendida fattura e dotati d’anima. Forse insieme ai soli Suede, sono a tutt’oggi fra i più credibili sopravvissuti ai fasti brit pop.
Questo “The Ultra Vivid Lament”, quattordicesimo album in carriera, non fa altro che confermare ancora una volta il loro status. Due singoli dalla forza dirompente quali Still Snowing in Sapporo e Orwellian aprono il disco, brani come Don’t Let the Night Divide Us e Happy Bored Alone sono semplicemente capaci di esaltare sin dal primo ascolto, i due duetti The Secret He Had Missed con la giovane Julia Cumming e soprattutto Blank Diary Entry con Mark Lanegan mostrano la voglia del trio di mettersi ancora in gioco. Il resto delle canzoni si mantiene sempre su un livello compositivo alto. Se non l’avete già fatto in passato, approfittate quindi di questa uscita discografica per fare un giro nel mondo di questa band: non ne rimarrete delusi.
Andrea Manenti

Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman