“Critical Thinking”, il quindicesimo album dei Manic Street Preachers, è un lavoro freddo, dall’anima meccanica, debitore di un certo tipo di post-punk che va dagli Stranglers agli U2, passando per il Bowie di fine seventies.
Poco spazio, quindi, all’epica ariosa di certe composizioni che hanno fatto la fortuna della band (A Design for Life, If You Tolerate This Your Children Will Be Next, ma anche Still Snowing in Sapporo, dalla penultima fatica di quattro anni fa “The Ultra Vivid Lament”), e maggiore spazio a un’attitudine punk che in realtà, soprattutto nei testi, non è mai stata abbandonata (si ascoltino a proposito la title track, il singolo People Ruin Paintings e la traccia conclusiva OneManMilitia).
Non mancano comunque episodi isolati di pop rock di ottima fattura, quali il duetto con Lana McDonagh Hiding In Plain Sight, l’atmosferica Out Of Time Revival o il gioiello a tinte bluesy, Being Baptised.
“Critical Thinking” è la nuova tappa di una fantastica avventura che dura ormai da più di trent’anni. Un tassello da ascoltare e che merita di essere conosciuto. Se però chi sta leggendo dovesse aver scoperto solo ora la band gallese, forse sarebbe meglio iniziare dall’ascolto di album maggiormente ispirati come l’esordio “Generation Terrorists”, “The Holy Bible” o il più recente “Journal for Plague Lovers”.
Andrea Manenti

Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman