Ha 23 anni, è un ragazzo di Varese. Luca Galizia ha iniziato la propria carriera musicale suonando la chitarra con i Leute, gruppo emo-folk nel quale cantava in inglese. Il suo strumento lo suona molto bene, ed è forse questo che lega tutte le sue produzioni musicali dell’ultimo anno. Sì, perché nel 2018 Luca ha già pubblicato due dischi con lo pseudonimo Generic Animal (qui la nostra intervista), convertendosi alla lingua italiana.

Brutalità, sporcizia sonora, giri armonici di chitarra complicati: a tutto questo aggiungiamoci una ritmica jazz-hip hop alla Badbadnotgood, strutture svincolate dai ritornelli, un modo di cantare scazzato come se si fosse appena svegliato e stesse dando voce ai propri pensieri mattutini. Il primo lavoro è un must da ascoltare, forse una delle uscite più particolari nell’ambito della musica italiana di questi anni. “Emoranger”, il secondo disco uscito pochi mesi dopo il primo, non ne è all’altezza.

Prodotto questa volta da Zollo ( precedentemente era il fonico di Luca), si è lasciato trasportare dall’ondata di trap italiana del momento e sta dalla parte di Ketama 126 ( ha partecipato nel suo nuovo disco “Rehab”) e di tutta la LoveGang. Questa trasformazione Carlbraviana implica una schematizzazione banale della sua musica, lo si avverte ascoltando SCARPE o SCOOTER, con ritornelli-tormentone scritti ad hoc per il grande pubblico. Andando avanti ad ascoltare le altre tracce si viene travolti da un’ondata di artificialità, poca naturalezza dei suoni, un uso smoderato dell’autotune che risulta essere assolutamente inutile e cancella tutta la spontaneità canora di Luca.

Tuttavia, l’elemento positivo costante che rimane in tutti i brani è la sua chitarra semi acustica pulita da effetti, suonata quasi in maniera jazzistica. GATTONE è una canzone sul suo gatto, CAMPER travolge con suoni pesantemente finti di tastiera, BRAVO è un intermezzo di 20 secondi dove Generic prega il produttore di far diventare il suo brano una hit. La penultima traccia, AMICO, è un sospiro di sollievo: la musica prende una boccata d’aria fresca, sospendendo ritmi trappusi, effetti vocali e forse ritornando al mood del disco precedente. Insomma, Luca Galizia in questo 2018 ha interpretato la musica in due modi completamente differenti. Quale sarà il prossimo passo?

Pietro Gregori