Non tutti i dischi registrati dal vivo sono necessariamente greatest-hits-ma-con-gli-applausi pubblicati solo per rimpinzare i cataloghi e tenere vive le attenzioni su qualche progetto una volta terminati tour e cicli promozionali. Esistono dischi dal vivo registrati in presa diretta in qualche studio, ovviamente senza pubblico, che però danno vivida impressione di quello che è il brano in veste live senza gli accorgimenti e le sovrincisioni della post-produzione, ivi comprese le relative imperfezioni. È il caso di Sing the Melody dei Dirty Projectors, salvo che di imprecisioni ne ha davvero poche.
Parte della serie “Domino Documents” (dopo le pubblicazioni di Julia Holter e Wild Beasts), l’opera rappresenta un breve compendio a Lamp Lit Prose del 2018 e fotografa la band di David Longstreth nel bel mezzo dello scorso tour. I brani risultano più ariosi e spontanei grazie a qualche novità negli arrangiamenti e nelle prestazioni vocali della band. La scaletta è breve, rapida e senza grandi fronzoli: 5 brani da Lamp Lit Prose, uno (Cool Your Heart) dall’omonimo del 2017 e ben due cover, anzi due veri gioielli infilati a mo’ di medley: quella FiveFourSeconds che vedeva insieme le superstar Paul McCartney, Kanye West e Rihanna seguita a ruota da Knotty Pine, chicca nascosta dei Dirty Projectors a firma David Byrne. Sono proprio i Talking Heads infatti che vengono costantemente alla mente ascoltando squillare le chitarre in questa mezz’ora di musica.
Un compendio, dicevamo, ma certamente gradevole nonché testimonianza diretta di un capitolo della carriera dei Dirty Projectors, che sicuramente tanti di noi hanno a cuore per altri episodi di inizio decennio scorso.
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