Sono tornato dal Primavera Sound 2019, frastornato e con le orecchie gonfie di musica bella. Quest’anno è stata un edizione particolare, il festival ha deciso di sparigliare le carte sorprendendo i vetero indie con una line up innovativa, incentrando la propria campagna dei comunicazione sul copy “The New Normal”. Parità di gender nella line up e tanta attenzione per i suoni nuovi. Una scelta radicale che ha costretto diversi appassionati storici a mollare il colpo prediligendo altri lidi, a conti fatti SBAGLIANDO. Sono certo che sarebbero bastati un paio di nomi specchietto per le allodole a convincerli (Strokes e Vampire Weekend). Ma tant’è, ad ogni buon modo la Kermesse del 2019, che si è tenuta a Barcellona dal 30 maggio al 1 giugno, è stata a mio avviso una delle migliori degli ultimi tempi e lo provano i video che vedrete qui sotto.
Il Primavera è cosa viva e si innova con due novità e una certezza. Per il suo 20esimo compleanno che ricorrerà l’anno prossimo, farà le cose in grande: il 19 e 20 settembre 2020 è stata annunciata la prima edizione americana a Los Angeles (con un programma ancora non definito). Altra chicca è il Primavera Weekender, che si terrà a novembre a Benidorm, in Costa Blanca, e ovviamente el clàsico dal 4 al 6 giugno al parc del forum Barcellona. Alla press conference il director Gabi Ruiz ha sganciato la bomba atomica, annunciando il primo nome dell’edizione del 2020: i Pavement, che si riuniranno per due date in esclusiva mondiale solo a Barcellona e a Porto.
Ma torniamo all’edizione di quest’anno. Dentro al programma , come di consueto, si nascondono band di grande qualità, dal rap inglese alle vecchie glorie garage americane. Eccovi dunque 9 band che mi hanno fatto cadere la mascella in questi 4 giorni di fuoco.
9 Live che ci hanno fatto ✈ al Primavera Sound 2019
9 Just Mustard ☘️?
La provincia d’Irlanda, grigia, piovosa e sempre imbronciata con il distorsore a palla! Sempre pronti ai ceffoni da pub a 360gradi.
8 The Bevis Frond ??
Nick Saloman colleziona dischi fighi da metà anni 70. Con questa band ne ha registrati 21 e sono quasi tutti belli come quelli che ascolta. Dal vivo sono così bravi che non sembrano reali. Fanno garage rock per far ballare gli stempiati con la pancetta come me.
7 Loyle Carner ?⚽️?
Sembra che il futuro del RAP UK sia nelle mani a questo ragazzino cresciuto con il mito di Eric Cantona e le rime di un The Streets pieno di buoni sentimenti. Buono a sapersi, ne esco convinto e non riesco a smettere di credergli. Occhi a ❤️ per i ritornelloni vecchia scuola che manco al Leoncavallo con il Dj Gruff.
Menzioni speciali
L’italiana Alice Bisi aka Birthh che ha fatto un live stupendo dandoci orgoglio di non aver paura e poter competere con i grandi nomi intorno a sè
Fuori Gara: ? Piroshka?
Superband Shoegaze con la cantante dei Lush in forma smaliante contornata da musicisti di spessore.
Canzoni con strofe e ritornelli, manna dal cielo di questi tempi.
fine prima parte, Stay Tuned…ne vedrete delle belle.
Ah ci siamo gemellati con un sito inglese fighissimo, che trovate qui, Quattro ragazzotti inglese che non smettevano più di abbracciarmi, che fastidio…Mi hanno pure regalato una maglietta di cui vado fierissimo che porta la scritta grossa “I am Snob”, spiace molto aver perso il concerto di Vasco se no l’avrei indossata…vabbè sarà per un altra vita quando mi reincarnerò in una cimice.
A presto..
Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.