A distanza di un anno dall’ultimo omonimo album, tornano in una veste completamente nuova i Dirty Projectors di David Longstreth con il disco “Lamp Lit Prose”. Si potrebbe parlare di una vera e propria rinascita: infatti dopo l’ammutinamento generale dei membri della band e un album funereo e introspettivo che a tutti gli effetti si può definire un album solista, Longstreth si presenta con una band quasi totalmente rivoluzionata (Nat Baldwin e Mike Johnson sono gli unici reduci della line up storica) e una sorprendente vitalità.
Sono tanti gli artisti che collaborano in questo quinto album: già nella canzone d’apertura Right now troviamo la voce di Syd (The Internet) ad accompagnare quella di Longstreth in un pezzo che accoglie molti effetti e incursioni elettroniche, che si riscontrano anche nella traccia Break-Thru, ricordando un po’ i dischi precedenti.
That’s A Lifestyle è una piacevole ballata nella quale si amalgamano bene le voci delle sorelle Haim, mentre in I Feel Energy Longstreth duetta con Amber Mark in un chiaro omaggio a Prince (come in What Is The Time). Di tutt’altra pasta è l’energica e oscura Zombie Conqueror, che contrasta con la leggerezza del soul di Blue Bird e il pop di I Found It In U.
Ascoltando You’re The One ci si ritrova a cantare un bel pezzo folk intorno a un fuoco in compagnia di Robin Pecknold (Fleet Foxes) e Rostam Batmanglij (Vampire Weekend). Chiude l’album (I Wanna) Feel It All, elegante e non banale brano jazz.
Già dal primo ascolto “Lamp Lit Prose” colpisce per la carica ritmica, la freschezza e la solarità dei brani che lo compongono, dando l’impressione di essere un album facile, ma senza tralasciare l’originalità degli arrangiamenti che da sempre caratterizzano la stravagante figura di Longstreth.
Stefano Sordoni
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.