Fossero scandinavi, i Deluded By Lesbians riempirebbero i locali. Invece sono brutti, sporchi (cattivi?) e milanesi. Non sono servite aperture a band come Nada Surf o Monotonix, nemmeno le partecipazioni a festival importanti come lo Sziget di Budapest o l’Home di Treviso. Sembra proprio che il rock ce l’abbia con questi tre musicisti non più giovanissimi (come affermano loro stessi nel titolo di questo nuovo disco). In ogni caso, Lara “Washington” Brixen, Laura “Lincoln” O’Clock e Federica “Jefferson” Knox (che per capirci sono uomini con panza, barba e uno su tre senza capelli) continuano imperterriti la loro strada verso l’Olimpo del rock’n’roll.

“Rock Against Us” serve su un piatto d’osteria dodici brani dediti alla musica da party più selvaggia, fra ironia, chitarre distorte, batteria in quattro quarti e devozione per i Turbonegro. C’è anche molto di più, però, come ad esempio un’attenzione sbalorditiva per i dettagli, siano la tromba in Dancing With Miguel o le percussioni alla Universal Sex Arena di Love at the Time of Low Cost Companies. Anche le storie raccontate sono più che brillanti e parlano del ricco dentista di Bon Jovi (Jon Bon Jovi’s Dentist), della deriva di una società dove si viene emarginati se non si è in grado di praticare balli latino-americani (la già citata Love at the Time of Low Cost Companies) oppure narrano di avventure concertistiche in suolo svizzero durante le quali i nostri eroi perdono la macchina fotografica con tutte le foto del loro idolo Greg Attonito dei Bouncing Souls, per poi ritrovarla in un lieto finale dominato dagli archi nella strappalacrime Greg Attonito (per l’appunto).

Da citare anche Meaning of Life a Shortlist of Things to Do in a Lifetime to Be Really Really Happy, probabile titolo più bello del 2018, come l’hard pop di Monumental Cemetery ed il singolo ramonesiano I Don’t Wanna Be with U (tutto da gustare il video in cui i nostri fanno impazzire i passeggeri di un tram meneghino. Lo trovate qui sotto). Il finale è affidato ad un pezzo intitolato We Got No Talent. Beh, non credeteci, qui di talento ce n’è eccome.

Andrea Manenti