La prima volta che mi ero imbattuta negli Eskimo Chain mi trovavo ad Hackney, nella zona nord est di Londra, al Paper Dress Vintage: un negozietto di vestiti vintage a due piani, che dopo il tramonto si trasforma letteralmente in un locale per gig e concertini per pochi intimi. A fine giornata, quindi, via gli stand dei vestiti, arriva il barman, iniziano ad arrivare le band per il soundcheck e si viene catapultati in un localino dalle luci soffuse e da un’atmosfera in cui tutto sta per succedere. Passo dopo passo, cammini su quel pavimento a scacchi bianchi e neri, seguendo le lucine rosse, sali su per quelle scale scricchiolanti e ti ritrovi nei primi anni novanta, nella sala dei concerti. Era inverno, quella sera, e Londra era freddissima: gli Eskimo Chain scaldarono tutta Hackney a suon di echo ed overdrive.

Questa sera siamo invece allo Shacklewell Arms, nella zona di Dalston, di nuovo per un loro live. Gli Eskimo Chain sono stati una piacevolissima scoperta. Una guida verso un mondo psichedelico e post apocalittico. Eclettici e dal ritmo a tratti sciamanico, a tratti incalzante ed elettronico. Quattro ragazzi usciti da una dimensione spazio-temporale non ben identificata. Formazione: chitarra e voce, basso e voce, batteria, tastiera elettronica e synth. Il sound degli Eskimo è letteralmente travolgente: ti arriva addosso sfondando il muro del suono e ti porta via lontano, verso un mondo remoto, i piedi si staccano da terra e si parte per un viaggio mistico e distopico.

Una voce nostalgica che prima ti culla e poi ti strattona all’improvviso. Durante tutto il live si è quasi in estasi, in trance, oserei dire. Ambienti trascendentali e fumosi, tipici di quel sound così tanto londinese, con un lontano richiamo all’atmosfera della musica psichedelica degli anni settanta. Quarantacinque minuti di live di tutto rispetto, il tempo sembra volare portandoti via lontano, ma allo stesso tempo sembra fermarsi per sempre. Gli Eskimo ti confondono a suon di delay e suoni distorti, parti strumentali allucinanti e atmosfere oniriche.

Non a caso il titolo del loro album, uscito nel settembre 2018, è “Abnormal Dreams” e basta dare un’occhiata alla grafica della copertina per capire di cosa stiamo parlando. “Abnormal Dreams” è stato registrato in un fienile, in campagna, in Galles. Ebbene sì! Ed è stato successivamente mixato direttamente dalla cameretta del batterista. Gli Eskimo Chain sono insieme dall’età di sedici anni e anno dopo anno stanno conquistando i palchi dei locali londinesi. Se avessi l’ultimo gettone per il juke box e dovessi scegliere soltanto una loro canzone, vi direi: Sun Data. Non aggiungo altro. Andate a gustarvi un album sbalorditivo. Siate pronti a librare nell’aria e a ricevere scosse elettriche.

Giulia Colonnella