Pubblicare un disco come “Gibbone” non è una cosa da tutti. In estate, poi, figuriamoci. Con Orietta Berti che spopolava sotto gli ombrelloni di mezza Italia, gli I Hate My Village si sono presentati in spiaggia poco prima di Ferragosto, con la giacca di pelle nera e lo sguardo torvo da guastafeste. Eppure, con la sabbia bollente, i nostri quattro ragazzi ci sanno fare parecchio. Ma alle piste di biglie sul lungomare di Rimini, preferiscono le dune infinite nel deserto del Sahara. Che ci volete fare, sono fatti così. E dio solo sa quanto vorremmo ringraziarli per questo. Per il loro coraggio, per il totale disinteresse. Per la loro bravura.
Adriano Viterbini, Fabio Rondanini, Marco Fasolo e Alberto Ferrari non hanno bisogno di presentazioni. Non su queste pagine, almeno. In fin dei conti sono gli eroi moderni della musica nostrana. Gente che suona ancora per passione, senza pensare a tutto il resto. Una rarità, una piacevole eccezione. Il progetto I Hate My Village, per chi non lo sapesse, è nato nel 2019 con un debutto omonimo di sfolgorante bellezza (ne avevamo parlato qui). E proprio per passione (idea mia, ma credo di non sbagliarmi), il supergruppo italiano ha deciso di dare un seguito al lavoro di due anni fa. Il risultato è questo nuovo Ep di quattro brani, uscito ancora una volta per La Tempesta International.
Insomma, come si dice in questi casi: gli I Hate My Village ci hanno preso gusto. A tal punto da accettare una nuova sfida e addirittura rilanciare, rinunciando al piatto ancora fumante già pronto in tavola. “Gibbone”, infatti, è il frutto di una jam session registrata in modo casalingo, rigorosamente su cassetta. Uno strumento obsoleto non certo imposto, ma anzi fortemente voluto, che da limite tecnico viene qui trasformato in un’arma vincente. Pur riducendo le possibilità di manovra in fase di produzione, questo è evidente, il registratore ha tuttavia favorito il processo creativo. Proprio per questo, in “Gibbone” prevalgono il gioco, l’istinto e la consueta dose massiccia di gusto.
Ad aprire il disco è il singolo Yellowblack, la traccia che richiama maggiormente il sound del precedente album. Chitarra in primo piano, blues desertico sullo sfondo, ritmo incalzante. Delle quattro, questa è anche l’unica canzone “cantata”. Alla voce, però, non troviamo più Alberto Ferrari (assente in questo disco, ma ci sarà nei live), bensì lo stesso Viterbini, con Marco Fasolo ai cori.
Poi l’Ep prende una piega inaspettata. A partire dalla lunga title-track. Undici minuti di psichedelia polverosa e basso pulsante, sul quale la band ricama senza fretta. Nella prima parte la traccia sembra svilupparsi su territori familiari, ma è solo un’illusione. Nella seconda, infatti, la chitarra sfuma via e cede il posto ai synth. Ne viene fuori una specie di ambient music alternativa, da consumarsi sempre e comunque ad alte temperature.
Buona la prima anche per Ami, il terzo brano in lista, nato e registrato nello stesso istante (così ci dicono). Qui la band si diletta in una filastrocca etnica, costruita su un’armonia leggera, che sfugge divertita alle solite classificazioni. La conclusiva Hard Disk Surprize si spinge ancora oltre, addirittura dalle parti di Aphex Twin, in un piccolo mosaico noise in cui sono proprio i rumori a dettare il tempo.
Sia chiaro: “Gibbone” non è un lavoro particolarmente accessibile. La vena pop che permeava l’album d’esordio è solo accennata, rarefatta, sciolta nelle nuove sperimentazioni sonore. Ma a dare valore al disco è proprio questo desiderio di indagare altrove, mettendosi in qualche modo alla prova e lasciandosi ispirare dal momento, senza nulla di ragionato.
Questa nuova uscita è stata anche l’occasione per tornare a suonare in giro per l’Italia. Dal vivo gli I Hate My Village hanno già dato prova di essere un’autentica macchina da guerra (leggete qui). I ragazzi sanno suonare, e non c’è bisogno di ricordarlo. Tornare a sentirli, magari con questi nuovi brani in scaletta, sarà un piacere per le orecchie e un toccasana per il corpo, ne sono praticamente certo. Sempre che non vi siate affezionati troppo all’usignolo di Cavriago.
Paolo
Le prossime date del tour:
03/09/2021 ROMA, SPRING ATTITUDE
04/09/2021 MARINA DI EBOLI, (SA) BAREZZI SUMMER
05/09/2021 PUTIGNANO, (BA) FARM FESTIVAL
06/09/2021 BOLOGNA, SUNSHINE SUPERHEROES
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.