Era il 2010 quando i New Candys pubblicarono il loro primo album (un EP omonimo autoprodotto). Ormai da qualche anno la band veneziana è riuscita a farsi spazio nella scena rock internazionale raccogliendo numerosi consensi. Il loro quarto disco, “Vyvyd”, è uscito per Little Cloud Records e Dischi Sotterranei, e presenta anche un’edizione esclusiva in vinile per Fuzz Club.
Il successo di “Bleeding Magenta”, celebrato con un lungo tour senza sosta in Europa, Regno Unito, Nord America e Australia, ha “costretto” la band a scrivere e registrare i brani per questo nuovo disco in diverse sessioni frammentate tra il 2018 e il 2020, a cavallo dei tour. La genesi di “Vyvyd” è stata diversa dai dischi precedenti e rappresenta inoltre il primo pubblicato con la nuova formazione, diventando in qualche modo un secondo album di debutto.
Il tutto ebbe inizio quando il leader della band, Fernando Nuti (voce, chitarra), cominciò a registrare i primi demo da solo in un periodo caotico con molti cambi di formazione, impossibilitato nel provarli con la band al completo, fino a quando, a metà del 2018, il bassista Alessandro Boschiero si unì al gruppo completando la formazione che già contava tra le sue fila anche Andrea Volpato (chitarra, cori) e Dario Lucchesi (batteria, percussioni, sampler). Da quel momento in poi, i quattro componenti iniziarono a lavorare insieme sviluppando quei demo e altri brani fino a concludere la fase di registrazione e mixaggio poco prima dell’arrivo della pandemia.
Riguardo “Vyvyd”, i New Candys raccontano: “Musicalmente parlando, volevamo spingere i confini di una band “classica” di quattro elementi con due chitarre, basso, voce e batteria, aggiungendo sintetizzatori, loop elettronici o drum machine. Tutti questi elementi erano nuovi per la band ed è stato emozionante, è sembrato innovativo e giusto, un’evoluzione naturale”.
Sin da un primo ascolto, infatti, sono evidenti le novità citate, così come gli elementi di continuità con i precedenti lavori, come la magistrale mescola di shoegaze e psichedelia. La lead-off track è Twin Mime, singolo ben riuscito dal ritmo ipnotico e melodia accattivante. Zyko colpisce forte col suo riff insistente e martellante, mentre con Factice è facile avere la percezione di intraprendere un viaggio nostalgico negli Anni ’90 a braccetto con The Jesus And Mary Chain, ma con un tocco più moderno.
Con Begin Again i battiti si regolarizzano, si chiudono gli occhi e si comincia a fluttuare accompagnati da un sound trippy, fino a quando non si viene catapultati nel mondo di Evil Evil, quinta traccia dell’album, che tra chitarre graffianti e percussioni incalzanti ricorda le atmosfere degli A Place To Bury Strangers. In questa sorta di montagne russe emozionali trovano spazio anche le tracce Vyvyan Rising e Helluva Zoo, che sono intrise di psichedelia e una dopo l’altra si riavvicinano ad armonie legate ai The Brian Jonestown Massacre. The Clockmaker e Q&K sono più cupe e malinconiche e trascinano l’ascoltatore all’ultimo brano, Snake Eat Snake, che conclude con un ritmo suadente e tribale.
“Naturalmente siamo influenzati dalle nostre vite personali e dal mondo che ci circonda – dicono i New Candys – ma abbiamo sempre considerato la nostra musica devota e connessa a visioni e immagini, ispirata da sogni e incubi piuttosto che dalla realtà, quindi ‘Vyvyd’ è un riferimento a questo aspetto. Ricordi vividi, colori vividi. Dal punto di vista sonoro, le nostre idee e i nostri obiettivi sono più chiari che mai”.
“Vyvyd” è un ottimo album nel quale i New Candys hanno saputo mantenere la propria essenza, creando al contempo una rottura con i lavori passati e portandosi a un nuovo livello di esperienza sonora.
Stefano Sordoni
Mi racconto in una frase: A mio agio nel disagio
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Circolo Magnolia (Milano), Santeria Toscana 31 (Milano), Circolo Ohibò (Milano).
Il primo disco che ho comprato: Jamiroquai – Travelling Without Moving
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Beatles – White Album
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Ascolto musica da sempre, in qualsiasi situazione, costantemente. Mi piace creare delle playlist adatte per ogni situazione. Ricordo quando da bambino si affrontavano viaggi interminabili verso il Sud della Puglia, nella vecchia Simca di mio padre: facevo ascoltare a ripetizione una sola cassetta, “Money for Nothing” dei Dire Straits, la mia preferita tra quelle presenti in auto e soprattutto quella che per me era diventata la colonna sonora dell’inizio delle vacanze estive. Ricordo anche la mia tristezza quando un giorno mio padre mi disse che il nastro si era incastrato nel lettore, rovinandosi definitivamente e inesorabilmente. Col senno di poi forse aveva semplicemente rotto le palle.