Ciulla scrive canzoni dalla terza media e, da quel momento, non vede alternativa al futuro. Toscano, ma di origini siciliane, trascorre l’infanzia e l’adolescenza alternandosi tra Pisa e Lucca. Dal 2010 fa parte dei Violacida, band con cui ha inciso i due album “Storie mancate” (2013) e “La migliore età” (Maciste Dischi, 2016). Nel 2013 studia musica per film al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e compone colonne sonore per alcuni spettacoli teatrali.

In seguito ad alcuni anni di vita universitaria bolognesi, nel 2017 entra in studio per registrare il suo album di esordio, “Canzoni dal quarto piano”, che esattamente oggi, lunedì 27 aprile 2020, compie sei mesi.

Per l’occasione Ciulla ha realizzato un mini-documentario da Calambrone, la località sul mare nel comune di Pisa in cui vive attualmente e in cui sta trascorrendo la quarantena. Lo pubblichiamo qui sotto in anteprima, accompagnato da una riflessione dello stesso autore.

 

Sono esattamente passati sei mesi da quando è uscito “Canzoni dal quarto piano”, il mio primo disco solista che ha rappresentato l’inizio di una sorta di “fase 2” personale.

Scritto a Bologna nel 2017 nella mia singola di Via Petroni 7 (il mio “quarto piano sopra l’infinito”) e registrato qualche mese dopo a Roma con la produzione artistica di Fabio Grande de I Quartieri, è infine uscito a settembre di due anni dopo, ovvero, quando ormai mi ero definitivamente trasferito sul mare e il passato era già diventato un ricordo. Per questo motivo definisco “Canzoni dal quarto piano” un “disco di ricordi che diventano punto di partenza”.

Da quando è uscito sono cambiate molte cose: ho conosciuto tanta gente nuova, ho avuto la fortuna di aprire i concerti di tanti artisti che ammiravo tanto come Giorgio Poi, Canova e Fulminacci, ho suonato molto in giro e sono finalmente tornato a macinare chilometri di strada per settimane e settimane (come direbbero gli Uochi Toki, sono tornato a sentire “la geografia che mi scorre sotto i piedi”).

Voglio quindi stringere il cerchio ringraziando in particolare le quattro persone che sono parte della squadra che ha permesso tutto: Simone Castello di Costello’s, che è stato il primo a credere nel progetto, il mio manager Antonio Bollettino di Black Candy Produzioni, ovvero la persona di cui più mi fido al mondo, e i miei due compagni di musica Federico Giannini ed Emanuele Baronti. A questi ultimi due voglio dire che siete tra le persone che mi mancano di più e che non vedo l’ora di rivedervi in sala prove appena questa tempesta epocale di questi mesi in cui siamo caduti tutti si sarà affievolita.

Il ciclo di “Canzoni dal quarto piano”, per quanto mi riguarda, si conclude oggi. Chi non l’ha mai ascoltato può iniziare fin da subito e chi invece già lo conosce può continuare ad ascoltarlo come una voce amica e di conforto per questi giorni difficili.

Io sto per voltare pagina. Ci sentiamo presto,

Antonio

 

Qui il mini-documentario:

Qui il video di Da quando hai perso la testa: