“Brooklyn” è stato uno dei film candidati agli oscar 2016 e la pellicola che ci farà sfoderare i fazzoletti al cinema nei prossimi mesi, tra un singhiozzo e l’altro. L’Academy quest’anno è rimasta incantata dagli anni ’50 (anche se alla fine non li ha premiati) splendidamente ricostruiti (soprattutto dal punto di vista di scenografie e costumi) in “Carol”, “Il Ponte delle spie” e da John Crowley, che ha girato un bel film, poco hollywoodiano e molto teatrale. Permeata da colori e da una lucentezza dal sapore di fiction, Eilis abbandona la propria terra per l’America, dove la aspetterà un lavoro e una residenza per signorine trovatale da un prete benefattore (non uno qualunque ma Jim Broadbent, grandissimo attore inglese che ha recitato in film come “Gangs of New York” e “Brazil”) contattato dall’amorevole sorella. L’America si rivelerà una nuova Patria, nella forma di un quartiere di New York, che un gruppo indie qualche anno fa cantava così: “Brooklyn, Brooklyn take me in/Are you aware the shape I’m in?/My hands they shake, my head it spins/ Brooklyn, Brooklyn take me in”. Una Brooklyn glamour, pre-hipster popolata da irlandesi e italiani in cerca di fortuna, romantica, dove tutto può improvvisamente diventare semplice e la sofferenza più dolce grazie all’amore, porto sicuro e casa dove tornare. Nick Hornby ha costruito una sceneggiatura avvincente, affrescando con le sfumature della distanza, dell’avventura e del romanticismo il romanzo del 2009 di Colm Tóibín’s, riuscendo a ricostruire le atmosfere irlandesi, piene di malinconica nostalgia.
A tal proposito Saoirse Ronan, intervistata allo scorso Sundance Film Festival (dove il film ha stregato la critica)ha detto: “He’s an English writer and didn’t grow up in Ireland, but he was able to capture the Irish spirit so perfectly and so beautifully. He made it nuanced and full of ease.” Un film importante, vagamente autobiografico, per colei che fu l’indimenticabile pasticcera del “Gran Budapest Hotel”, nata a New York da genitori irlandesi, che la riportarono in patria da piccola, dove è cresciuta e da dove deriva il suo meraviglioso accento, che impreziosisce il film. Saoirse ha dichiarato, inoltre “I was waiting for the right Irish project to come along with the right Irish character”, e per fortuna ha aspettato, aggiungerei.
“Brooklyn” è un classico film romantico, splendidamente girato (tra il Canada e l’irlanda), con un’attrice intensa che farà strada (ho tifato per lei nella notte degli Oscar). Non un capolavoro, che forse non vi piacerà se amate l’azione, ma che tocca l’anima e non si dimentica facilmente, soprattutto se amate il cinema classico e vagamente di maniera.
Il Demente Colombo
Nome e Cognome: Demente Colombo
Mi racconto in una frase: strizzacervelli con un cuore di cinema
I miei 3 locali cinema preferiti: Anteo, Apollo, Silvio Pellico di Saronno.
Il primo disco che ho comprato: Cross Road (Bon Jovi)
Il primo disco che avrei voluto comprare: Tapestry (Carole King)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Quando sono triste guardo Zoolander e il mondo mi sorride.