È il country rock la spina dorsale di questa raccolta, la decima dei Blitzen trapper, composta da dieci tracce che richiamano i Byrds (epoca Graham Parsons), gli Eagles nelle parti più rock e Neil Young in quelle più struggenti. Ma anche certo folk urbano fine ’70, che potrebbe ricordare a tratti i Loving Spoonful, con venature british che fanno pensare ai Beatles.

Un disco stranamente vario, questo, perché esplora tutte le sfumature di un genere ben istituzionalizzato e rodato come il roots rock a stelle e strisce: la ballata, lo stomp, l’Fm rock, il funky bianco southern. Anche grazie a una struttura base dell’orchestrazione che è sì quella classica del rock, ma che a volte si allarga a tastiere e sax per verniciare la superficie di cui sono colorate queste canzoni.
 
L’esecuzione è chirugica, gli arrangiamenti da manuale. La voce è placida, la dinamica non corre né si attarda, e sembra sempre alla velocità giusta per far gustare appieno la melodia, per farla decantare e fermentare fino al punto giusto. “Holy Smokes Future Jokes” è insomma un disco che non si vergogna di attingere a piene mani alla tradizione della canzone americana, così come definita dopo la sbornia hippie, ma che lo fa con perizia e senza sbavature.
 
Accessibile e piacevole, non ti mette spalle al muro, suona senza sorprese ma mai noioso, e funziona come ascolto a diversi livelli di coinvolgimento. A voi scegliere quanto tuffarvici dentro.
 
Alessandro Scotti