Era il 23 febbraio 2020 quando il concerto dei Big Thief in programma al Circolo Magnolia di Milano veniva annullato per Covid, primo in Italia. Solo per questo, la band newyorkese potrebbe già godere di fama da caratura storica, almeno qui, nell’ambiente musicale della nostra penisola. Da quel giorno, però, il quartetto non ha mai smesso di suonare, anzi. I componenti hanno passato cinque mesi insieme per partecipare a varie sessioni fra Upstate New York, Topanga Canyon, The Rocky Mountains e Tucson in Arizona. Cinque mesi durante i quali hanno scritto la bellezza di qurantacinque canzoni, venti delle quali sono state scelte per formare questo loro ultimo lavoro.

Il risultato si sente, così come la differenza rispetto a “U.F.O.F.” e “Two Hands”, i due ottimi album pubblicati nel 2019 a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, che mostravano in effetti anime diverse. “Dragon New Warm Mountain I Believe In You” gode della magia degli istanti in cui un gruppo di amici si ritrova chiuso in uno (o più) luoghi per creare qualcosa di bello. Gode del sapore che avevano le sessions di Bob Dylan con la Band, quelle di Neil Young con i suoi soci nella metà degli anni ’70 o dei Rolling Stones nel Sud della Francia per le registrazioni di “Exile on Main St.”.

Ad esser sinceri, bisogna aggiungere che questo album sarebbe da ascoltare come un vecchio vinile, suddividendolo quindi in quattro lati: A, B, C e D. La riscoperta della tradizione è fondamentale un po’ in tutte le tracce, ma ancora di più nel primo e nel terzo lato. Brani come le ballad Change, Dried Roses e Promise Is a Pendulum, basati su acustica e voce, sono emozionanti come pochi. Altri come Spud Infinity e Red Moon sono bellissimi nel ripescare i balli da vecchio saloon.

Più sperimentali, invece, sono i lati pari, fra il dream pop dissonante di Flower of Blood, il dark di Blurred View e soprattutto lo stile chitarristico di John Frusciante (ritornato nel frattempo nel gruppo) nell’atmosferica Sparrow e nelle più ritmate Simulation Swarm e Love Love Love. Il finale è affidato alla festosa, quasi da sagra paesana, Blue Lightning. Così che poi, da sbronzi o meno, si possa andare a letto felici di questi 80 minuti di buonissima musica. Un enorme applauso ai Big Thief: la più grande fra le “piccole” band americane.

Andrea Manenti