
Erano gli anni Ottanta. In quel di Minneapolis, oltre alla star planetaria Prince, girava su un vecchio furgone scassato una band che avrebbe fatto la storia dell’alternative rock a stelle e strisce. Quella band si chiamava Hüsker Dü.
Sono passati trentotto anni da quando il magnifico trio si è sciolto: Greg Norton si diverte ancora ogni tanto con la musica, ma solo a tempo perso, mentre il genio sregolato di Grant Hart (se non l’avete mai fatto, ascoltatevi i capolavori “Ecce Homo” del 1995 o “The Argument” del 2013) ci ha purtroppo lasciato troppo presto. A tenere in piedi la baracca del rock’n’roll è rimasto solamente Bob Mould, chitarrista nonché cantante ed autore.
Quindicesimo album da solista, “Here We Go Crazy” fotografa un artista ancora in pienissima forma. Superato il semi shock dell’iniziale poppeggiante title track, il resto della scaletta è un saliscendi di emozioni allo stato puro. Il tutto sorretto da una batteria disperatamente punk, melodie sublimi alla R.E.M. (rimando utile per chi non conoscesse gli Hüsker Dü), grinta e cuore.
Doveroso segnalare almeno la furia di Neanderthal, il mid tempo di Breathing Room, l’emotività di When Your Heart Is Broken, la chitarra acustica di Lost or Stolen e la conclusione di Your Side.
Andrea Manenti

Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman
