Volete ascoltare un album leggermente frizzante? Un pop-rock bello zuccheroso, ma condito di distorsioni? Dodici brani ben scritti, arrangiati e suonati che ti fanno venire voglia di premere il tasto “repeat”? Bene, questo “Breaking The Balls Of History”, decimo album dei Quasi, leggendario duo formato esattamente trent’anni fa dal chitarrista-tastierista Sam Coomes e dalla batterista (già Sleater-Kinney) Janet Weiss, è fatto proprio per voi.
Dopo dieci anni di stop, torna l’ex coppia di Portland con un lavoro che è una ventata d’aria fresca nel panorama alternative-rock a stelle e strisce. Debitori sicuramente dei favolosi Nineties, i Quasi affrontano questo ritorno sulla lunga distanza con passione e una rinnovata carica rock. Pur dotato di un forte carattere personale che rende riconoscibile il duo già al primo ascolto, il nuovo album abbraccia un ampio universo di generi fra loro collegati.
Abbiamo quindi la bombetta dal riff viscerale Last Long Laugh, ma anche l’onirica melodia creata dalle tastiere di Gravity; i Sixties ballabili di Riots & Jokes e il minuto urlato della title track; il pop fra brit e Weezer di Doomscrollers e il dream pop psichedelico di Inbetweennes; l’omaggio a Kurt Weill di Rotten Wrock e la conclusione cinematografica di The Losers Win. Un graditissimo comeback.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman