Dopo 5 anni di attesa, il trio inglese The XX è finalmente tornato con un nuovo album, “I See You”. Al contrario dell’album d’esordio omonimo e di “Coexist”, qui i testi sembrano essere più importanti e ogni brano riflette, come attraverso uno specchio, qualcosa di loro stessi e delle loro vite. L’uscita dell’album è stata annunciata con il singolo On Hold, in cui è Romy a cominciare lo “scambio di battute”, e  di occhiate di intesa, con Oliver. I due si rispondono e si rincorrono per tutta la durata della canzone, in un crescendo che va di pari passo con i campionamenti e le sonorità create da Jamie. Sonorità curate nei minimi dettagli e che strizzano l’occhio all’indie electro-pop, alla dance, al funk e in certi momenti al soul e alla black music.

Ma è quando parte il primo brano, Dangerous, che mi rendo conto di trovarmi di fronte a qualcosa, e qualcuno, di completamente diverso: questo pezzo si può cantare e addirittura ballare! Anche qui le voci si inseguono, accompagnate da sonorità molto vicine all’EDM e da strumenti a fiato, come se volessero far sapere a tutti, a suon di corno, di essere tornati. La perfetta alternanza tra le voci continua anche in Say Something Loving, in cui uno fa da coro all’altra, completando a vicenda le loro frasi, mentre la chimica aumenta fino a raggiungere un’intensa sensualità nel brano Lips. A renderlo così sensuale contribuisce sicuramente, oltre al testo, anche il sound tribale, a tratti orientaleggiante, creato dalle percussioni.

Ora è la volta di A Violent Noise. Sarà forse per l’inquietudine di fondo e, allo stesso tempo, per la speranza di poter mettere a tacere quel rumore nella testa di cui Oliver parla, che è una delle canzoni che preferisco. In Performance, uno dei brani più lenti, la bravissima Romy canta quasi sussurrando e risento un po’ gli XX degli anni precedenti, quelli da ascoltare quando si ha bisogno di concentrazione o di rilassarsi. Replica e I Dare You sono altri due pezzi che mi piacciono molto e non fanno che confermare la bravura e la complicità raggiunta tra i tre, senza la quale non sarebbe stato possibile arrivare a questo livello di consapevolezza di sé e di maturità del disco.

Brave for You è un brano molto significativo: Romy lo dedica ai genitori che non ci sono più, raccontando del coraggio di affrontare le proprie paure e di farlo per qualcuno che non è presente. Con Test Me, accompagnata dalla tastiera e da sonorità un po’ cupe e “spettrali”, si conclude un disco in cui ritorna spesso il tema del vedere (“You look but you never see” è solo uno dei pochi esempi), del nascondere la propria natura e del coraggio di vedersi e mostrarsi per come si è realmente. Non vi aspettate i “vecchi” XX ma, come sempre, aspettatevi di sognare ad occhi aperti, di rilassarvi e questa volta anche di cantare e di ballare. Non deluderanno le vostre aspettative.

Mariangela Santella