Schermata 2016-02-15 alle 00.57.25Quando gli Suede sono tornati con “Bloodsports” (2013), ci avevo messo tre ascolti per apprezzare in pieno il rinnovato sforzo creativo di Brett Anderson e soci. Al primo assaggio ero rimasto dubbioso, al secondo mi stavo convincendo, con il terzo mi sono innamorato del disco. Ora, a quasi tre anni di distanza, mi è successa la stessa cosa e finalmente, al terzo giro, posso salutare con favore il secondo episodio della nuova vita della band, “Night Thoughts”.

Il disco ha la stessa natura del precedente, ovvero è cupo, robusto e denso di pathos un po’ come avveniva nell’immortale capolavoro “Dog Man Star” (1994). Troviamo momenti nei quali la componente epica è particolarmente accentuata (l’iniziale “When You Are Young” e la reprise quasi omonima “When You Were Young”), altri nei quali la fa da padrone il dramma vero e proprio (la doppietta “Tightrope” – “Learning To Be” e “I Can’t Give Her What She Wants”), ballad un po’ meno sofferte (“I Don’t Know How To Reach You”) e i necessari episodi in cui la tensione si scioglie e emerge il lato pop-rock della band (“Outsiders”, “No Tomorrow”, “Like Kids”).

Il songwriting è solidissimo, grazie alla capacità di infilare sempre il ritornello killer nelle canzoni più leggere e a un andamento melodico più uniforme e quasi da flusso di coscienza nel resto dei brani, in modo da catturare al meglio la fortissima intensità emotiva. Brett Anderson ha ancora tutta la straordinaria espressività vocale dei tempi migliori e il suo cantato riesce a catturare tutti i sensi dell’ascoltatore e a fargli vivere pienamente un bel ventaglio di sensazioni. Il lavoro sui suoni è ottimo perché non si cercano voli pindarici ma ogni volta le chitarre, la sezione ritmica e, quando ci sono, gli altri elementi come tastiere e archi vengono usati nel modo giusto per valorizzare al meglio lo scheletro dei brani. Infine, la varietà di momenti sopra descritta non esce mai dai confini stilistici che sono orami un marchio di fabbrica degli Suede e il disco nel suo insieme è perfettamente coerente.

Tra le tante stelle del britpop ancora in attività, gli Suede, insieme con i Charlatans, hanno una marcia in più per quanto riguarda la realizzazione di un disco. Nessun’altra band o artista solista in auge nei Novanta può al momento rivaleggiare con questi due gruppi per quanto riguarda l’ispirazione, la qualità e l’impatto emotivo dei propri dischi di oggi.

Stefano Bartolotta

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