Per chi fosse nuovo al farmaco Malkmus consiglio di leggere queste brevi avvertenze.
Il termine Lo-Fi, musicalmente, nacque per definire un prodotto realizzato con strumentazioni non particolarmente sofisticate. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 divenne un vero e proprio sottogenere dell’indie-rock.
Caratteristiche erano i suoni sporchi, le voci al limite dello stonato e le chitarre dalle geometrie stralunate.
Tra i paladini ricordo Beck, gli Eeels, ma soprattutto i Pavement, il cui leader era proprio Stephen Malkmus, che dopo lo scioglimento del gruppo iniziò la sua carriera solista accompagnato da The Jicks.
Di questo signore vi presento l’ultimo lavoro, il cui titolo è “Sparkle hard”. Ecco un breve riassunto track-by-track:
1. Cast Off: non lasciatevi ingannare dal pianoforte ruffiano, arriva una voce graffiante. Malkmus è tornato!
2. Future Suite: un tranquillo intermezzo con lieve accenno agli arzigogolati arpeggi che prevediamo arriveranno.
3. Solid Skin: volevate una canonica canzone pop, archi compresi?
4. Bike Lane: Ramones e chitarre dissociate. Rock and roll lo-fi.
5. Middle America: un lento da saloon, biliardi, birre e grezze sdolcinature.
6. Rattler: bassi profondi, batteria che si scalda e accenni di prog.
7. Shiggy: entriamo nello standard del genere, dove un basso sporco rende fumosa la trama.
8. Kite: ballata sbronza dove la voce insegue i ritmi. Gli assoli non vogliono sembrare virtuosi per non tradire l’etichetta.
9. Brethren: canzone manifesto che potrebbe essere contenuta in un qualsiasi disco dei Pavement e non possiamo certo accusare Malkmus di plagio.
10. Refute: c’è anche l’armonica, una “quasi folk song” in cui Kim Gordon dei Sonic Youth ci regala un cameo.
11. Difficulties/Let Them Eat Vowel: per metà sembra un finale travolgente, poi diventa altro, quasi a dispetto.
“Sparkle hard” è un disco piacevole per chi da un po’ non ascolta Malkmus e ha voglia di evocare certe atmosfere, ma è soprattutto un invito a chi non conosceva questo farmaco ad ascoltare qualsiasi cosa dei Pavement, che non hanno controindicazioni né scadenza.
Massi Marcheselli
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.