Max Collini (Offlaga Disco Pax nonché mia personale guida spirituale) e Jukka Reverberi (fondamentalmente Giardini di Mirò) sono Spartiti dalla fine del 2013. Il loro progetto vuole essere un punto fermo nel percorso intrapreso insieme anni prima, evolutosi in modo sporadico e frammentato. Nel 2016, dopo due anni di esibizioni in giro per l’Italia, esce Austerità, il loro primo album. A distanza di nemmeno un anno, torniamo a parlare di loro con Servizio d’ordine, un EP atipico, composto da cinque tracce, lunghe e potenti. Max Collini ha sempre saputo che le parole sono importanti. Con Servizio d’ordine ce lo conferma per l’ennesima volta: la perfezione della narrazione è toccante, l’attenzione resta alta dall’inizio alla fine.

Potrebbe sembrare una contraddizione definire essenziali dei brani che durano in media 7 minuti. Eppure, questi cinque pezzi non sono nient’altro che questo. Le parole su cui sono costruiti vanno dritte al centro del bersaglio: tessono delle storie che colpiscono per la loro intensità, che ci lasciano sospesi tra commozione e ironia, tra ricordi che non sono nostri ma che sentiamo nostri. Ascoltandole, conosciamo la Storia, quella che le generazioni prima di noi ci raccontano troppo di rado. 

La voce di Max Collini, ritmata dal suo accento emiliano, viaggia sui tappeti sonori di Jukka Reverberi, eterei, come canti di balene. I suoni si intrecciano alle parole, vi si mescolano fino a sostituirle, diventando essi stessi parte della narrazione. L’EP si apre con la title track: siamo a Milano, nel quartiere del Casoretto, dove incontriamo Andrea Bellini, capo della Banda Bellini, il servizio d’ordine del Movimento milanese. Il brano prende in prestito un passo di La Banda Bellini, di Marco Philopat. Non è la prima volta che, in un suo lavoro, Max Collini mette insieme testi propri a testi di altri autori: una scelta, dice, legata all’invidia che ha nei loro confronti e del loro modo di scrivere. Con la seconda traccia facciamo un salto indietro nel tempo, un salto ancora più lungo: Ida e Augusta ci parla di guerra e di resistenza, di frittate e di buona educazione. Come ogni altro brano, ci fa restare di sasso.

Elena e i Nirvana spiega perché è bene non sottovalutare mai una donna che vota comunista. È una di quelle storie che non ci si stanca mai di ascoltare, presa da una storia più grande che auspichiamo di leggere, un giorno: l’autobiografia integrale di Max Collini. Anche Borghesia è tratta dallo stesso libro immaginario. Racconta un aneddoto di Collini adolescente: annoiato, supponente, fermo nelle proprie ideologie come solo un adolescente sa essere. Qualcosa sulla vita chiude questo lungo EP. Viene introdotta come un atto d’amore per la canzone scritta nel 1997 dai Massimo Volume. Un brano delicato che gioca con i ricordi e con la voglia di dimenticare.

In Servizio d’ordine c’è ancora una volta il PCI, ci sono gli anni Settanta a Milano e a Reggio Emilia, c’è la guerra vissuta dai nostri nonni tra gli Appennini… E c’è anche quella che Max Collini non si stanca di definire «una gran ceppa di cazzi miei». Ognuna di queste storie scorre nella nostra mente come le scene di un film, accompagnate da una colonna sonora perfetta. Come Austerità, Servizio d’ordine è uno di quei dischi che sentiamo di dover toccare, perché ascoltarlo è un po’ come leggere un libro. Il suo posto dovrebbe essere nello scaffale “prescelto” della nostra libreria, in mezzo ai romanzi e ai fumetti, ai cd e ai vinili che custodiamo con gelosia e che prestiamo solo a chi sa prendersene cura.

Laura Musumarra