Da un futuro distopico parte un’astronave diretta verso un mondo elettronico mosso da nuove energie pulite. I piloti si chiamano Frederick e Serena, ovvero i Sonars, che dopo quattro anni di concerti in giro per il pianeta, incidono il loro “Theatre of darkness”. Immaginateli come li avete visti live, e spero vi sia successo, e seguite le loro mani mai dome alla ricerca degli effetti. Guardateli negli occhi da bravi ragazzi quali sono. Fidatevi e godetevi il viaggio!
1. Dark Radio. Interferenze giungono dal pianeta lontano e lampi illuminano il cammino per il teletrasporto. Si parte. Falene cangianti ci guidano mentre diamo un ultimo saluto alla Terra che brucia.
2. Heazy Meadow. Un canto di benvenuto e i fumi in lontananza sono quelli dei ricordi che bruciano e che stiamo abbandonando ad alta velocità. Mettetevi comodi perché attraverseremo ancora molte stelle. Un po’ di nostalgia ce la possiamo ancora permettere, umani come siamo.
3. Love Me Anyway. Nella grande hall dell’astronave ci spogliamo delle giacche sporche di polveri radioattive e un tapis roulant le sputa nella galassia. Ci guardiamo attorno ed incontriamo gli occhi dei passeggeri, sbarrati dalla gioia e dal timore di ricominciare.
4. The Distance Inbetween. Una vetrata si apre sull’infinito e sullo stupore delle galassie. Abbiamo lasciato i rumori degli spari e si aprono boati di silenzio, puntellati di stelle. Gli odori si sono trasformati in gas primordiali di materie fluttuanti.
5. Lipstick Dinosaur. Eravamo così abituati alla gravità che pare un sogno questo librarsi senza peso. Voci avvertono di approcciarsi gradualmente alla leggerezza e di respirare piano per modulare la nuova euforia.
6. Settle Down. Arriva l’uomo-consolle dai mille fili e battiamo le mani all’unisono nella danza a un mondo nuovo in cui ci accompagna. I nostri piedi scivolano armoniosi su cuscinetti d’aria.
7. Come On. Vi state abituando? Iniziate a lasciarvi andare e seguite i vortici senza nausee inibitorie. Potete ora staccarvi e piroettare, se già ne siete capaci, o scegliere un dolce fluttuare onirico.
8. Every Time. Fuori sono mutati i colori. I paesaggi sono echi elettronici di futuri imprevedibili. Voci senza tempo dove nulla ha più pretese di essere fissato. Acqua e luci mescolate sulla tavolozza da un pittore sognatore.
9. Bad Karma. Mani corrono sui tasti e sulle manopole, invisibili, nella velocità, suonano lo strumento di questo non-passato che diventerà un non-futuro. Impazziscono i led e le lancette che, come metronomi, scandiscono i ritmi del passaggio.
10. All the Same. La frontiera è ormai stata attraversata. Benvenuti nel nuovo mondo! È dolce come un’alba la visione e si confondono nostalgie e aspettative nel turbinio di foglie che danzano nel vento caldo che le avvolge.
Massi Marcheselli

Mi racconto in una frase: Il futuro non è scritto, il presente è da immaginare ed il passato è già lì da leggere.
I miei 3 locali preferiti per vedere Musica: Latteria Molloy,Edonè, Lio bar
Il primo disco che ho comprato: Storia di un impiegato – De André (?)
Il primo disco che avrei voluto comprare: Sonic Youth
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Ho paura di Salvini.