Gli Sleaford Mods sono con ogni probabilità il progetto musicale più duro e puro d’Inghilterra. Nato punk, maturato rap, sempre hardcore e fiero delle proprie origini proletarie, il duo composto da Jason Williamson e Andrew Fearn ha cominciato dopo anni ed anni di gavetta a raccogliere il meritato successo a partire da “English Tapas”, risalente ormai a quattro anni fa.
“Spare Ribs” non offre molto di nuovo. I nostri, come novelli Ramones o Motorhead, non si spostano mai troppo da ciò che sanno fare veramente bene. Ci troviamo quindi ancora una volta di fronte a un originalissimo mix fra rap stradaiolo, punk e garage. Questa volta però l’album ci regala anche qualche piccola novità. Cominciando dai due duetti, uno con l’australiana Amy Taylor (già alle prese con un recente singolo dei Viagra Boys) e uno con la nuova stella underground di Bristol Billy Nomates, gli Sleaford Mods regalano all’ascoltatore due singoli mai così orecchiabili: sia Nudge It sia Mork n Mindy sono infatti destinati a far ballare i fan del duo per gli anni a venire.
Spiccano poi le incursioni nell’elettronica della title track, di Out There e di I Don’t Rate You, alle quali non si può non aggiungere la già citata Mork n Mindy. Quasi come un doveroso omaggio al compianto Keith Flint, gli Sleaford Mods vanno a riprendere alcuni degli aspetti sonori dei Prodigy anni Novanta, e in questo riescono bene ad esaltare l’ascoltatore.
I testi infine parlano di coerenza, attualità (e quindi lockdown), politica, vita da strada e ancora una volta non smentiscono. Ciliegina sulla torta la conclusiva Fishcakes, un brano più atmosferico del solito dove la voce di Williamson sembra un po’ Michael Stipe un po’ Robert Smith. Ascoltare per credere.
Andrea Manenti
Photo Credit: Alasdair McLellan Rgb

Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman