Finché le cose andranno come stanno andando, gli Sleaford Mods avranno sempre qualcosa da offrire. Questo ne spiega l’iperproduttività degli ultimi tempi (l’ultimo EP è dello scorso settembre) e l’urgenza con cui Jason Williamson si approcci anche a questa nuova uscita; il resto lo fa il sodale Andrew Fearn: se il primo tira ancora (e sempre più) in fuori il petto e imbraccia l’ascia della dialettica, l’altro è abile armoraro nel forgiargli la più opportuna e moderna corazza sonora, adatta per muoversi in sentieri stavolta più che mai cupi, labirintici e minacciosi.

Abbandonata la Rough Trade in favore di una propria etichetta (la Extreme Eating Records), lo sprechgesang di Williamson ci spinge subito nel tunnel claustrofobico di Into The Payzone e incalza tra i ritmi serrati di Kebab Spider o la più dinoccolata Policy Cream; se O.B.C.T. ha l’abito del più consolidato post-punk, When You Come Up To Me è persino un tentativo più che riuscito di creare una sorta di ballata decadente quanto melodica: a dimostrazione che il ventaglio sonoro si stia allargando con piena dimestichezza dei mezzi e con risultati eccellenti, spaziando così da suoni tipici del Big Beat alla dub (provare per credere Subtraction) con incursioni in territori vicini all’ambient (Firewall) fino ad arrivare a scenari simili a quelli di una new wave anni 80 accellerata (Discourse).

Il resto ce lo mette il paroliere Williamson con la sua rabbia e il suo ironico tratteggiare la situazione politica (in Flipside parte la frecciata contro Graham Coxon messo in paragone a Boris Johnson, uno dei parlamentari alfieri della Brexit), sociale e anche dei singoli individui partendo dalla “sua” Inghilterra, vista ancora ben lontano dai salotti (spesso e soprattutto frequentati da quel tipo di gente che esce da college come Eton, ça va sans dire), bensì dalle crude strade di Nottingham, fino ad universalizzare la continua decozione a più livelli del sistema tutto.

Caustici, irriverenti, spietati, working class heroes de facto (si limitano, i Nostri, solo a definirsi la “migliore band del mondo”), non viene comunque perso un milligrammo in termini di potenza comunicativa: anzi, allargandosi pure il ventaglio sonico, ad ogni minuto di passi in avanti, gli Sleaford Mods prendono più sicurezza, diventano più carichi e si ingrandiscono come per endocitosi con tutto il marcio che trovano per il loro cammino. Visti i risultati, sarebbe quasi da (mal)augurarci che questo duri ancora un bel po’.

Anban