Più Patty Pravo che Patti Smith, più Alberto Camerini che Lou Reed. Questa formula potrebbe facilmente riassumere questo terzo lavoro discografico dalle tre bambole punk (così si presentano in fotografia) Giulia, Martina e Francesca, accompagnate dalla batteria dell’uomo Massimiliano Coluccini.
“Starlight”, un prodotto Maciste Dischi, è stato scritto e registrato fra la Bella Penisola e la Grande Mela e mostra questa doppia natura sia nelle liriche (sia in italiano sia in inglese) che nelle sonorità più pop indie italiote a volte più new wave electro altre.
I dieci brani proposti echeggiano la melodia dei Blondie (soprattutto nei pezzi linguisticamente non autoctoni) quanto l’irriverenza sbarazzina dell’Emilia anni Ottanta della coppia Nannini – Vasco: sognano gli States, ma rimanendo ben ancorati al paese del bel canto.
Menzione d’onore per le due canzoni conclusive, probabilmente le più dissimili per stile, ma forse anche le più forti come impatto: “Oliver Tweet” sfoggia una filastrocca molto Tre Allegri Ragazzi Morti su una base quasi Prozac + del periodo di più successo…Pordenone style!, “Hold in New York” saluta invece gli ascoltatori lasciando un po’ di cuore nei Novanta delle riot grrrls…e piace!
Andrea Manenti
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Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.