Cesena, 23 luglio 2019
A Cielo Aperto è un bellissimo festival organizzato nella città di Cesena, in Romagna. I concerti si svolgono in quel luogo magico e pieno di storia che è la Rocca Malatestiana, dimora medievale della signoria Malatesta. Il castello si trova in cima a una collinetta, in un posto suggestivo che merita di essere visitato almeno una volta nella vita. Se poi la scusa è una serie di concerti di alto livello come quelli che si tengono ormai da un po’ di anni ogni estate, diventa quasi un obbligo.
All’interno della cinta muraria, per l’occasione, l’organizzazione ha predisposto due palchi: uno più piccolo dedicato al riciclo e alla politica green, sul quale si esibiscono le band spalla, e uno di dimensioni maggiori costruito apposta per gli headliner. Noi di indie-zone abbiamo approfittato dell’unica data italiana di Peter Doherty insieme alla sua nuova creatura The Puta Madres (Pete ha suonato anche a Roma un mesetto fa, ma in veste solista).
Dopo una partenza intelligente alle 4 del pomeriggio, arrivo alla location per le 8 circa, giusto in tempo per godere dell’esibizione di Manuel Pistacchio, giovane band riminese dall’animo sperimentale-cantautorale che ha presentato il suo album d’esordio intitolato “Di primo mattino”: 9 brani tra Franco Battiato, Giovanni Truppi e Giorgio Poi, che riescono a catalizzare l’attenzione del pubblico.
Subito dopo è il turno di uno dei migliori segreti nascosti dell’indie italiano: calcano infatti le scene i Cosmetic, band dalla storia ventennale che ha fatto dello shoegaze in lingua italiana il proprio marchio di fabbrica. Dodici brani in scaletta per tre quarti d’ora di musica che presentano l’ultima fatica “Plastergaze”, uscita quest’anno, senza disdegnare qualche tuffo nel passato. Un live intenso e fragoroso, l’ideale per aspettare Pete e soci. Un applauso aggiuntivo al retro chitarra del frontman Bart con la scritta a caratteri cubitali “Salvini merda”.
Finito lo show dei Cosmetic, il pubblico si sposta al palco principale, dove alle 22.15 spaccate fanno la loro comparsa on stage i Puta Madres accompagnati dal loro leader Peter Doherty. Il Pete che abbiamo la fortuna di ascoltare live è un frontman navigato (anni e anni insieme a Libertines e Babyshambles vorrano pur dire qualcosa), ma ancora sincero ed emozionante. Stasera regala ai presenti un’ora e mezza di show altamente suonato. I Puta Madres stanno infatti a Doherty come la band del Rolling Thunder Revue del ‘75 di Dylan stava al menestrello statunitense. Pete decide di lasciare ampio spazio alla chitarra e ai suoi giochi di arpeggi in compagnia del nuovo fedele Jack Jones.
Il risultato è esaltante. I brani diventano lunghe suite (pazzesca la versione da quasi quindici minuti di Travelling Tinker), trasportando così gli ascoltatori in una dimensione vintage, in una scaletta limitata (quindici canzoni) dovuta appunto a questa precisa scelta stilistica. You’re My Waterloo dei Libertines, unica chicca prelevata dalla carriera in gruppo, è accolta da tutti con un boato, così come l’accenno della cover dei Moldy Peaches dell’amico Adam Green Who’s Got the Crack?. Il resto è giustamente dedicato all’album con i Puta Madres e alla carriera solista del nostro, ultima rockstar in un panorama musicale che sotto questo punto di vista negli ultimi decenni ha lasciato davvero un po’ troppo a desiderare.
Andrea Manenti
SCALETTA COSMETIC: Inetti n. 1 / Plastergaze / In faccia al mondo / Crociera / Melly / Scranio / Slowdrive / Ande / Ragazzo crudele / Un litigio / Crostata / Bolgia celeste
SCALETTA PETER DOHERTY & THE PUTA MADRES: All at Sea / Hell to Pay at the Gates of Heaven / Narcissistic Teen Makes First XI / Who’s Been Having You Over? / I Don’t Like Anyone (but You’re Not Just Anyone) / Who’s Got the Crack? (The Moldy Peaches cover) / The Whole World Is Our Playground / Kolly Kibber / Travelling Tinker // Last of the English Roses / Signed D.C. (Love cover) / Someone Else to Be / Shoreleave / You’re My Waterloo // Paradise Is Under Your Nose
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Ph: Nicola Braga
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman