“Long Island Baby” è il secondo lavoro sulla lunga distanza per la band indie-pop romana Odiens, cinque amici in formazione classica chitarra-basso-batteria-tastiera-voce fra tendenze dandy e amore forse un po’ troppo sproporzionato per i Baustelle, band che spesso viene alla mente durante l’ascolto di queste (comunque apprezzabili) nove canzoni.
Ménage À Trois (Meno Due) è un carillon musicale sul tema dell’egoismo in amore, ma anche sull’autoerotismo, con un assolo blues di claptoniana memoria. Thelonious è cabaret in atmosfera cinematografica, omaggio appunto al talento del grande pianista jazz Thelonious Monk, mentre L’Estremista vive di uno spiccato gusto pop-rock ed è acceso dai fantasmi di grandi frontman italiani come Piero Pelù e Francesco Renga, se solo avessero scelto una strada migliore nell’industria discografica (ragazzi, per piacere, proponetevi loro come autori!).
È poi il momento della doppietta ad alto tasso alcoolico Alka Seltzer / Long Island Baby: la prima è un inno romantico alla sbronza d’amore («Prendo l’Alka Seltzer e penso a te / che ti sciogli nel bicchiere, ridi e / formi una schiuma eterea / un’odissea / e il bicchiere è diventato una marea / Prendo l’Alka Seltzer e non penso più / e fanculo tutto il resto / fanculo tu / e so che domani me ne pentirò / ma lasciatemi bruciare solo un po’ / ancora un po’»), la seconda una gioiosa corrida sixties.
Il fascino dell’outsider è mirabilmente descritto nella successiva Il Ragazzo Che Soffriva Ad Oltranza, così come la poesia della città eterna in Notturno e la simpatia di un eroe atipico nel surf a tinte pulp di Punjabi Surf. La conclusione è affidata alla rockeggiante e lievemente psichedelica Atto Finale. Un buon disco, a tratti ottimo, soprattutto nelle liriche. Un unico appunto: la speranza che lo spettro di Francesco Bianconi si allontani sempre di più.
Andrea Manenti

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.