“Santa Rosa Fangs” è il sesto album in studio di Matt Costa, uscito per Dangerbird Records. L’ultimo lavoro del cantautore statunitense, prodotto da Peter Matthew Bauer (The Walkmen) e Nick Stumpf (French Kicks), racconta la storia di Sharon, una donna californiana, e dei suoi due fratelli Ritchie e Tony. Costa dà voce a ricordi privati, a storie conosciute in viaggio, e intreccia realtà e finzione per realizzare una toccante dedica alla California.

Le sonorità brillanti, dolci, talvolta tragiche, si ispirano al pop e al folk degli anni ’60 e ’70. Ma ci sono allusioni anche ai Kinks, alla musica tradizionale inglese e a quella degli Appalachi, che secondo il cantautore sono l’origine della musica americana. La tracklist si apre e si chiude con I Remember It Well, prima in una versione scintillante, piano marcato a definire la melodia, mentre I Remember It Well #2 è una versione acustica che si srotola sull’arpeggio riverberato e nostalgico.

Sharon è un pezzo rock che ci introduce alla protagonista dell’album: She knows not what she does/ She knows not what she feels/ She don’t know if she’s living or dying/ Her pockets full of pills. Riff distorti e batteria sempre presente. A intervallare il rock vecchio stile, sparse qua e là, sono delle delicate ballad folk, come Ritchie, il brano in cui Costa narra della morte dei due fratelli di Sharon. Anche qui traendo spunto dalla storia della sua famiglia, due suoi cugini infatti morirono in diversi incidenti stradali all’inizio degli anni ’80.

Il disco profuma di aria scolorita, romantica e drammatica. Molti dei brani sono pronti per essere trapiantati oltre il contesto narrativo costruito abilmente dal cantautore, e brillare di luce propria.

Mattia Sofo