Coltivare con cura un rapporto epistolare è tra le pratiche più appaganti che l’essere umano abbia saputo inventarsi per confermare la propria vocazione di animale sociale. Non c’è attaccamento, emozioni o pensieri che l’uomo non voglia trasmettere; la riduzione pressoché nulla delle distanze con i nostri simili ha coinciso con la condivisione di tutto con tutti, snaturando ciò che sta alla base del rapporto con gli altri; qualcosa di difficilmente definibile, a metà strada tra empatia e reciprocità.

Il significato di una corrispondenza non si riduce al vecchissimo scambio di lettere, vergate con la stilografica, piuttosto include e supera il potere evocativo di cui è provvista: è insieme una e molte cose, un rapporto tra “me” e “te” che si colora di tutte le suggestioni provenienti dal mondo. Jens Lekman e Annika Norlin, nel 2018, si sono scritti molto. Uno alla volta, hanno tirato fuori impressioni, idee, giudizi o semplici appunti da diario di tutti i giorni.

In “Correspondence” ascoltiamo sei lettere/canzoni ciascuno, dove le risposte si succedono a nuove domande in un lungo e continuo flusso di coscienza che scorre via, proprio come la vita. Nelle note degli antichi viaggiatori ricorrevano spesso le descrizioni di strade, ponti, vicoli: questo bellissimo album, dalla delicatezza che non è mai autoreferenziale né di facciata, è una strada interminabile che permette allo sguardo di guardare con un’ampiezza tale da abbracciare tutto il panorama emotivo di cui sono fatti gli uomini.

Un racconto stratificato sull’amore, sulla difficoltà che comporta sacrificarsi tutti i giorni per una causa; ma anche la bellezza della vita semplice, quella che spesso risulta inafferrabile. Forse il segreto di un gesto così antico come lo scriversi è questo: fermare, eternare ciò che scorre inesorabile.

La corrispondenza è una e molte cose assieme, dicevamo. Viene in mente quel vecchio posseduto al quale Gesù chiese il nome e quello gli rispose “ Il mio nome è Legione, perché siamo molti”. È proprio vero che quando scriviamo siamo posseduti. Sperando che ci capiscano, cerchiamo di dirlo a chi ci leggerà.

Alberto Scuderi