Una miscela di suoni riverberati, atmosfere sintetiche e revival anni Ottanta. Ritmica essenziale, desertica, a sostegno di melodie facili che svelano un’intima natura psichedelica e allo stesso tempo ironica. I Sacramento sono una band italiana, figlia dell’indie rock più pacato e ispirato ad artisti come Alex Cameron, Mac De Marco e Connan Mockasin.

Il progetto nasce a Milano nel 2017 per mano di Stefano Fileti, cantante e chitarrista di origini siracusane, al quale si uniscono il viareggino Alessandro Franchi alla batteria e il palermitano Stefano Palumbo al basso. I loro primi singoli sono usciti tra la primavera e l’estate del 2018 per La Tempesta Records. Durante lo stesso anno si si sono esibiti al Trip Music Festival di Milano in supporto a Kevin Morby, al Siren Festival a Vasto, al Rome Psych Fest a Roma e al Linecheck Festival di Milano. 

Il 10 maggio 2019 è uscito per la Tempesta International “Lido”, il loro primo album. Otto tracce, registrate tra Milano e Torino che vedono la collaborazione di Lorenzo Urciullo in arte Colapesce, Anna Viganò in arte Verano e Carlo Barbagallo, che ha anche mixato la maggior parte dei brani. Li abbiamo intervistati per voi.

 

 

Intervista a cura di Andrea Frangi

 

Vi siete trovati a Milano, ma nessuno di voi è originario di questa città. Quali sono i fili che vi tengono insieme?

Il mare, il sole, la salsedine, l’umidità, i suoni del mare, le donne in bikini, ma anche quelle col costume intero stile Anni ’90 (Baywatch kind of), lo skate, il mercato del pesce. Siamo gente di mare insomma (Siracusa, Palermo, Viareggio), cresciuti a due passi dalla spiaggia. Quando si marinava la scuola, si andava dritti a fare un tuffo al mare. Questa è la cosa che ci accomuna.

Sul palco e nei video sembrate quasi dei personaggi da telefilm. Nella vita chi siete veramente?

Rimaniamo i classici personaggi da telefilm, o da film. Stefano F. potrebbe essere un personaggio dei fratelli Cohen. Nella vita quotidiana ama andare al bowling, andare a prendere le patatine e la coca cola al supermercato sotto casa in ciabatte e accappatoio e va a lavoro con un cappello da cowboy. Alessandro sarebbe come Peter Sellers in “Oltre il Giardino”, non sarebbe quello che sembra, è fuori dal mondo, fa credere di vivere una vita, ma ne vive una completamente diversa. Sembra innocuo, ma non lo è, latin lover di prima categoria, non fidatevi voi del sesso gentile. E Stefano P., il nostro Brandon Walsh, un bravo ragazzo.

Estate, tempo di vacanze e musica giusta. I tre posti in assoluto dove consigliate di ascoltare il vostro disco? E bevendo cosa?

Che se lo ascoltino sempre. Fa bene. Mette il buon umore. Quindi o al mare o in montagna, ascoltatevelo almeno una volta al giorno. Anche perchè vi assicuriamo che oltre a far venire il buon umore, un po’ di “sex-drive” ve lo mette di sicuro. Quindi rilassatevi a bordo piscina e magari sorseggiate un bel mojito, schiacciate play e guardate il vostro partner, poi ci fate sapere come finisce la cosa. Non fatelo davanti ad altra gente però. Oppure si, vedete voi. Free love, peace!!!

la copertina di lido dei sacramento

I vostri riferimenti sono decisamente stranieri, mi pare di capire soprattutto USA. Quali artisti seguite con maggiore interesse?

Beh sì, ma aggiungerei anche l’Australia, la Nuova Zelanda e altro…. Alex Cameron, Mac DeMarco, Connan Mockasin, Aldous Harding, Kevin Morby, Kurt Vile, Ariel Pink, Gus Dapperton, etc.

Mi sono immaginato un concerto con voi e i Tropea, credo siate affini dal punto di vista sonoro, ma anche estetico. Scanzonati, con un gusto per il retró, e con una nota di malinconia. Ma vi definireste malinconici?

Grandissimi Tropea! Li conosciamo anche di persona. Sono dei cazzoni come noi e suonano molto meglio di noi. Ma la verità è che noi siamo più fighi e se lo devono mettere in testa, per favore riferite se potete…. Noi più che malinconici, direi nostalgici, pacati e succosi allo stesso tempo.

I vostri video sono ricchi di luci al neon, bowling, maglioncini e polo dai colori improbabili… e anche una buona dose di anziani. Chi è la mente di tutto questo? Perché i vecchietti?

La mente è sempre la musica. “Music is the answer” (come predica una famosa magliettina). Provate a chiudere gli occhi e ad ascoltare un nostro brano. Noi facciamo così. Fatta la musica, ascoltiamo e lasciamo che la nostra immaginazione si lasci trasportare dalle sonorità. Cosa ci vediamo? Appunto, luci colorate al neon, Las Vegas, pizzerie, gente che gioca al bowling, gente che pattina, ragazze e ragazzi in shorts a vita alta, pazzi fissati per i milkshake, striptease, surf e molto altro. I vecchietti siamo noi. Perchè anche fra 50 anni ci vedremo quelle cose e per divertirci andremo a pattinare e a limonare con la nostra compagna.

L’ascoltatore ideale di questo disco potrebbe essere un ragazzo che abita a Rotterdam, ma anche a Palermo, o una ragazza di Los Angeles. Quale ascoltatore vi ha sorpreso di più finora, dicendovi magari qualcosa delle vostre canzoni che vi è risultato inaspettato?

Mia madre una volta mi ha detto mentre ascoltava Lido: “God Bless You Son”. Stefano F.