Spesso il terzo album è visto come quello della maturità. Questo è verissimo anche per Generic Animal, aka Luca Galizia. Due anni fa un esordio forte, all’insegna dell’autenticità, in compagnia di Iacopo Lietti dei Fine Before You Came, poi quasi subito un secondo disco, “Emoranger”, in verità non troppo a fuoco, ma all’interno del quale si iniziava a percepire l’amore per la trap e l’hip hop. Amore ribadito in varie collaborazioni con esponenti di quella scena, fra le quali merita di essere citata almeno quella con Ketama126 per la versione unplugged di Rehab, sorta di manifesto della Roma di oggi. “Presto” è il frutto di queste esperienze artistiche. Luca mescola con spontaneità chitarre acustiche e riff puliti di scuola John Frusciante a ritmiche hip hop e a un utilizzo intelligente dell’autotune. Inoltre si rivela essere anche un ottimo autore di testi, spaziando con facilità fra l’ermetismo e lo slogan.
L’opener Como by Night, oltre all’incipit killer (“È per il brivido ed il rischio che da bambino tiravo i sassi agli alveari“), spiana una strada personale al soul anche grazie alla collaborazione con la cantante bresciana Joan Thiele. Di altra pasta 1400, con tanto di sferzata batteristica di matrice quasi nu-metal al centro, più romantiche le successive Sorry e Scherzo, la seconda in collaborazione con la rivelazione rap dello scorso anno Massimo Pericolo. Promoter è una contemporanea rilettura dell’eracliteo panta rei (“Ci riderò su a fine anno o forse no”) già fonte di ispirazione qui in Italia un ventennio fa circa per i Marlene Kuntz di Scorre, mentre Nirvana paragona poeticamente la fine dei grandi rocker del passato con l’ineluttabile cambiamento climatico.
Alveari è un regalo per il rapper Nicolaj Serjotti, al quale è affidata l’intera esecuzione vocale, mentre Volvo è una dolcissima ballad sulla relazione fra Luca e il padre, con tanto di citazione di Lucio Dalla. In 700 scopriamo un “simpatico” aneddoto sulla carriera live di Generic Animal, Presto è una riuscita collaborazione con il cantautorapper romano Franco126, Adelio un affascinante ritratto sorretto da un mix di due bellissimi giri chitarristici.
Il finale è affidato a Scarpe #2, sorta di dichiarazione di intenti con quella frase finale che recita “I soldi non fan la felicità”, un po’ come dire: “Sì, mi piacciono trap e affini, ma attenti che forse sono giusto un poco più profondo…”. Con Generic Animal forse abbiamo trovato il Frank Ocean italiano. Applausi.
Andrea Manenti
Qui la nostra recente intervista video a Generic Animal
La foto di copertina è di Guido Borso
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman