Questo 2017, per i New Candys, si è certamente chiuso con il botto. Un nuovo album (il terzo) intitolato Bleeding Magenta, un tour europeo e la soddisfazione di entrare per la seconda volta a far parte della colonna sonora della serie tv americana Shameless con due brani estratti da quest’ultimo disco.
Il 2018 sembrerebbe partire con aspettative altrettanto positive visto che la formazione veneta affronterà un tour australiano alla fine di Febbraio. C’è dell’altro? Chiediamolo a loro.
Fernando, cosa vi aspettate dal 2018? Avete in serbo qualche sorpresa o qualche novità?
Stiamo lavorando al nuovo album e ad un tour negli Stati Uniti tra aprile e maggio, aspettiamo la conferma di un festival importante per decidere il routing, poi dovrebbe concretizzarsi, speriamo…
Come vi state preparando per quest’avventura oltreoceano? È la prima volta che suonate in Australia? Siete una band che vive il tour ed i live in maniera serena oppure siete piuttosto ansiosi?
Si è la prima volta, non so quante altre band “alternative rock” italiane abbiano fatto tour in Australia, non mi stupirei se fossimo i primi. Ha richiesto una serie di documenti, burocrazia ma ora abbiamo finito, il volo di andata sarà un’avventura a sé in quanto molto lungo, con due scali, a Londra dove passeremo una notte e poi Singapore con destinazione finale Sydney, mentre il ritorno solo a Doha, partendo da Adelaide. Siamo sereni solitamente, se poi c’è un grande pubblico un po’ di tensione c’è ma è sana. Lì sarà estate piena, come il nostro Agosto. I festival a Sydney e Melbourne sono in venue grandi, saranno serate speciali.
E il tour europeo che si è appena concluso come è andato? Il pubblico ha reagito bene al nuovo disco?
Si, ci sono rimasti due vinili poi la prima stampa è sold out. Ci siamo divertiti, Londra e Berlino sono state tra le date più belle assieme allo SpaceFest a Danzica in Polonia. Ci sono state situazione in cui la gente conosceva i testi e cantava, o ci urlavano titoli di brani che volevano suonassimo, questo è sempre sorprendente e bellissimo, soprattutto perché sei distante da casa ed è la prima volta che suoni in quella città magari.
Bleeding Magenta è un album che dentro al suo caos psichedelico suona nitido e deciso. A tratti potente, muscolare (soprattutto nella parte iniziale con Excess e Mercenary). Quali credi che siano le più grandi differenze rispetto ad As Medicine, il vostro disco precedente?
Si forse è l’album più “cattivo” in un certo senso, e come dici tu più preciso, diciamo che i noise sono più controllati rispetto agli album precedenti, volevamo fosse più cittadino e meno desertico. Ci sono anche pezzi più tranquilli, questo contrasto tra i brani è qualcosa che ci piace mantenere sempre all’interno di un album. Stiamo cercando di distanziarci dal panorama psych per così dire, anche dall’immaginario sixties. Ci sentiamo sempre più noi, personali e cerchiamo sempre la modernità e nel contempo non vogliamo ripeterci troppo. Possiamo già dire che il prossimo album sarà un’evoluzione di Bleeding Magenta, con la medesima attitudine.
Quali sono stati gli ascolti che hanno influenzato la stesura del disco e quali le maggiori ispirazioni artistiche in generale?
The Raveonettes, A Place To Bury Strangers, Singapore Sling, ma è difficile dirlo, è dopo che hai scritto i pezzi che ti accorgi da chi hai preso. Ascoltavamo anche molto i Growlers ma non credo si senta nel disco. Poi c’è l’ultima traccia “Bleeding Magenta (Reprise)” che varia nella struttura un po’ come “Some Velvet Morning” di Hazlewood/Sinatra. Ispirazioni artistiche per questo album direi il regista Nicolas Winding Refn su tutti, i suoi ultimi due film soprattutto (Solo Dio Perdona e The Neon Demon), consiglio a tutti le interviste dove descrive il processo creativo in modo razionale in un certo senso, analizzandolo fin dove possibile. Il suo metodo lavorativo (filma in ordine cronologico, ogni scena influenza quella successiva) ha influenzato il nostro approccio nel registrare il medley nel lato B.
I video dei due singoli Excess e Tempera sono entrambi molto belli. Li hai girati tu?
Si, in Excess le riprese sono state fatte da Michele Borsato, l’idea alla base era di ricreare i colori dei film sopra citati, poi in post produzione ho aggiunto l’effetto delle linee.
Per Tempera invece mi hanno aiutato Andrea Volpato e Laura Gamba. Le riprese sono durate un giorno dopo svariate prove, li qualcosa è nato al momento, è stato difficile riuscire a ricreare alcune sequenze che avevo in mente, tutti gli “effetti speciali” sono manuali per così dire.
Bleeding Magenta. Come mai questo nome? La copertina del disco ha un particolare significato? Com’è nato il concept?
È un riferimento cinematografico se vogliamo. Nel nostro sito c’è una sezione nascosta accessibile solo a chi ha comprato un nostro disco, li è presente un questionario dove ogni componente della band risponde. Alla domanda che film ti piacciono di più, Stefano (bassista) ha risposto “in generale tutti i film dove il sangue è color magenta”. Rileggendola ho trovato quella combinazione di parole interessante ed evocativa, Marco Obertini che ha seguito l’ufficio stampa del disco ha tradotto perfettamente in parole semplici il concept: dove c’è finzione non c’è reale dolore. La copertina invece è nata dai testi, dal titolo dell’album, qualcosa che riflette, di vetro, specchio, che può tagliare, ma tutto l’artwork, il retro, l’interno, etc ha un filo conduttore.
Siete una delle poche band che rappresentano musicalmente l’Italia all’estero. Come ci si sente ad avere questo ruolo? Non avete mai pensato di cantare in italiano?
È bello ma sinceramente non ci sentiamo molto Italiani in questo senso. A livello musicale, ciò che va di moda e che ha successo in Italia è distante anni luci da noi. Nonostante abbiamo appena concluso il nostro quarto tour Europeo e faremo un tour in Australia e probabilmente anche uno negli Stati Uniti, siamo comunque una band underground, degli outsider nella scena musicale italiana. Questo è solo un dato di fatto, non c’è nessuna critica, solo che poi ti senti a casa quando non suoni in Italia, è così per noi. L’Italiano non si presta musicalmente come l’Inglese nel rock’n’roll, i nostri riferimenti sono inglesi o americani. Nel 67 in Italia c’erano perlopiù cantautori di musica leggera quando in UK uscivano “The Piper At The Gates Of Dawn”, “Sgt. Pepper”, e negli Stati Uniti “The Velvet Underground & Nico” e “The Doors”, non so se mi spiego…
I testi dei brani sembrano seguire il mood cupo e decadente del disco. Che importanza attribuisci nella vostra musica al significato delle parole e al messaggio?
I testi nascono in una lingue tra l’inglese e il gibberish, la non lingua, poi con il mood della canzone e qualche parola precisa/emblematica, prendono forma. Il testo è secondario alla musica, il significato delle parole è secondario alla musicalità delle parole. Noi la vediamo così. Inoltre più il messaggio è interpretabile, che descrive un’immagine piuttosto che qualcosa di preciso, meglio è, così ogni ascoltatore può decifrarlo secondo la propria sensibilità, farlo più suo in un certo senso.
Per la seconda volta siete entrati a far parte della colonna sonora di Shameless e con ben due brani (!), Bleeding Magenta e Excess. Com’è nato questo sodalizio? Deve davvero essere una soddisfazione enorme. Shameless è una serie tv che già conoscevate? Quali sono le tue serie tv preferite?
Ci lavoriamo tramite la nostra agenzia americana di publishing che gli ha sottoposto la nostra musica. Appena hanno ricevuto il nuovo album ci hanno comunicato avevano scelto questi due brani per la nuova stagione. È bello perché ti ritrovi a sentire una tua canzone in una serie tv americana famosa, molto molto seguita, è spiazzante! nel senso buono del termine. Non la conoscevamo ma poi l’abbiamo seguita un po’. Dario (batterista) è molto appassionato di serie tv, io ho visto la terza stagione di Twin Peaks, anche quella su Showtime come Shameless, poi Gomorra in Italia. C’è anche il lato economico da non sottovalutare.
Se i New Candys fossero un film, invece, quale film sarebbero?
Blue Velvet forse? Mi piacerebbe un film di Kubrick, ma lo reputo inarrivabile.
Per chiudere ti chiedo una previsione. Come ti vedi tra un anno? Sempre in tour o di nuovo in sala registrazione?
Entrambe.
A cura di Alessandro Franchi

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.