Ho fatto una corsa incredibile per riuscire a intervistare questi ragazzi e direi che ne è valsa la pena! Voi sapete chi sono i Coach Party? Sono una giovane band indie-rock dell’isola di Wight che ha pubblicato nel 2022, via Chess Club Records, l’EP, “Nothing Is Real” e, l’8 settembre di quest’anno, farà uscire il suo primo album, KILLJOY.
Coach Party sono stati fondati dalla bassista e cantante Jess Eastwood e dalla chitarrista Steph Norris; hanno deciso di iniziare a suonare insieme. In seguito si sono aggiunti il chitarrista Joe Perry e il batterista Guy Page. Musicalmente, i Coach Party sono ispirati da un ampio palato di artisti, sono grandi fan di gruppi come Nirvana, Sonic Youth e The Strokes e artisti contemporanei come i Wolf Alice. La band vive e lavora ancora sull’Isola di Wight: Jess in un parco di una fattoria, Guy in uno studio musicale e Steph & Joe in un caffè: ammettono che non sia facile vivere su un’isola del genere.
Damien Morris del Guardian ha recensito il loro primo EP definendo la band “poppy, spiritosa e sperimentale”, affermando inoltre che “sono molto più interessanti di quanto suggerisca un ascolto superficiale”. Morris ha spiegato: “Molte nuove band indie diventano meno interessanti man mano che le ascolti, ma i Coach Party, come l’Isola di Wight, sono più intriganti di quanto appaiano a prima vista”. NME ha evidenziato come la band affronti nei loro testi argomenti difficili, come “l’odio per se stessi, le relazioni complicate e il confronto con i propri demoni interiori, se abbinato al loro gioioso marchio di indie rock, è una combinazione che spesso fa scintille”.
Ci ho fatto quattro chiacchiere, eccoci qui, si inizia!
Pensavo di potervi intervistare post concerto e invece… mi hanno spostato il tutto prima! Peccato mannaggia, avrei voluto sentire le vostre sensazioni.
Beh, se vuoi possiamo far finta di avere già suonato…
No no no! Ditemi cosa vi aspettate da questo live.
Steph: Spero di divertirmi e far divertire. Sono molto emozionata e non vedo l’ora di salire sul palco. Vorrei riuscire a trasmettere la nostra musica al pubblico e farlo divertire. Questa sarà una prova generale perché suoneremo ancora qui a Parigi al Café de la Danse il 3 novembre.
Cosa ne pensate del pubblico francese? Ogni paese ha il suo stile…
Ci piace il pubblico francese, non ha paura di farsi coinvolgere, in Inghilterra invece è più tranquillo, quasi fermo sul posto. La gente deve farsi coinvolgere e godere della musica: è la cosa fondamentale.
Quando avete iniziato a fare musica, quali erano e quali sono adesso i vostri gruppi di riferimento?
Jess: The Strokes (e domani verrò qui al Rock en Seine per vederli live, spero tanto di riuscire a intrufolarmi al loro afterparty!!), ma anche Snail Mail che suonerà anche lei qui domani, non vedo l’ora di sentirla.
Steph: Ci sono veramente tante influenze, tipo gli Smashing Pumpkins, i Pixies, i Sonic Youth… gruppi degli anni ’90 come i Nirvana e i Weezer. Per Joe più che altro i Queen of the Stone Age, gli Oasis sempre… Ci sono veramente tanti gruppi che ci hanno inspirato. Tante volte pensavo “quanto mi piacerebbe essere come loro!” Ma, collettivamente, non abbiamo mai desiderato assomigliare a una band esistente, perché i nostri background sono molto diversi e pescano in periodi musicali differenti: creiamo musica che tutti e quattro amiamo.
Quando avete capito che la musica sarebbe stata la vostra vita?
Steph: uff! Non lo so! Credo ancora di stare cercando di diventare una vera musicista!
Jess: ma io non lo considero un lavoro! Essere musicista è la mia “occupazione”. Ma credo che, il punto di svolta che mi ha fatto capire di essere una musicista, sia stato quando mi sono resa conto di non avere più tempo libero per fare altro, di avere un altro lavoro. Ero l’impiegata di me stessa. Credo che Guy, batterista e produttore, sia nato con l’idea di esserlo perché ha iniziato veramente da piccolo a suonare, la musica è sempre stata la sua vita. Idem per Joe. Noi due invece [Jess e Steph] amavamo la musica ma non la facevamo. Poi, quando eravamo teenagers, abbiamo preso in mano uno strumento e iniziato a cercare di capire come potere fare a suonarla e non solo ascoltarla. E tutto il processo è durato una decina di anni.
E se non foste diventate delle musiciste?
Steph: io avrei preparato caffè. Credo che nelle mie vene scorra caffè. Lo amo.
Jess: a me sarebbe piaciuto essere una giornalista musicale.
Cos’altro vi appassiona?
Steph: il cibo? E il caffè.
Jess: a me piace pitturare, mi rilassa. Non sono molto brava ma… mi diverto con acquerelli, acrilici e matite. Trovo qualcosa che mi piace su Pinterest e provo a replicarlo. Ovvio, dovrei riuscire a trovare il tempo (che non ho) per farlo!
Prossimamente cosa farete?
Dopo l’uscita del nostro primo album l’8 settembre, “Killjoy”, inizieremo un tour che ci farà girare tutta l’UK fino a ottobre. A novembre arriveremo in Europa e continueremo a suonare fino a metà dicembre.
Dove vi è piaciuto di più suonare a Londra o, comunque, in Inghilterra?
Guy: Kentish Town Forum, è un locale molto bello, credo anche il più grande in cui abbiamo suonato. E anche il Brixton Academy. Siamo stati così fortunati da suonare in entrambi. Ci sono un paio di date di cui siamo veramente fieri di avere in calendario. E poi, dall’altra parte, amiamo i localini, quelli piccoli piccoli, come il Joiners a Southampton, che è la nostra seconda casa: lì ci abbiamo fatto il nostro primo sold out! C’era qualcosa come 100 persone, ma per noi, è stata un’occasione mastodontica!
E a Londra?
Ci piace il Coco, era chiuso ma ha riaperto l’anno scorso credo. Ci abbiamo visto tantissimi bei concerti di grandi band.
E nel tempo libero quando siete a casa?
Steph: Beh, io ho un cane e mi piace tantissimo farci lunghe passeggiate. E poi abbiamo un Café sull’Isola di Wight… e quindi faccio, effettivamente, caffè tutto il giorno. Poi c’è Guy che ha il suo studio di registrazione, il Mustard, e quindi ci si chiude dentro per creare nuova musica, quasi sempre con l’aiuto di Joe. Quando invece non siamo a casa, ci mettiamo a comporre e scrivere… e andiamo alla ricerca di buon cibo!
Beh, come vi siete trovati in Italia?
Oh! Si, abbiamo suonato prima degli Editors a Genova, al Balena Festival. Siamo arrivati in aereo fino a Nizza e poi abbiamo preso il treno fino a Genova. Che panorami mozzafiato! E anche il palco era stupendo, aperto su tutti i lati, suonavamo praticamente sull’acqua con queste mega navi che passavano. Pazzesco!
Tutti pronti ad ascoltare il nuovo disco Killjoy!
Intervista e foto a cura di Gaia Negroni

Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.