Lui è Jesse The Faccio: un nome, pochi programmi, padovano. Un album di debutto intitolato “I Soldi Per New York”, che riesce a mischiare incredibilmente sonorità di stampo nord-americano tra lo-fi e indie-rock (quindi benvenuti fan di Ariel Pink e Mac DeMarco) e cantautorato italiano classico. Insomma, come sentire Lucio Battisti sotto acidi. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo Santa Sofia.
In definitiva, di cosa parla Santa Sofia e chi è che dovrebbe aiutarti a scrivere (nel testo si dice “dammi una mano a scrivere”)?
Parla di due amici/che che non si vedono da tempo e hanno un dialogo dove si buttano addosso un po’ tutto. Sul testo non è riportato il dialogo in sé (se non in minima parte), ma più il pensiero che hanno uno dell’altro/a e di se stessi/e mentre lo fanno, diciamo il “non detto” del dialogo stesso. Per ora in realtà sto abbastanza bene a scrivere da solo.
Lo possiamo considerare un singolo estivo anche se non è molto allegro?
Parla di “prendere fresco in chiesa”, vedere amici che non si frequentano spesso, quindi forse riconducibile ad un periodo di vacanza, in questo caso estiva. Poi è venuto fuori così, l’ho scelto perché mi piaceva ed ha quella frase che mi rievoca l’estate, niente di più, niente reaggeton o ritornelloni da spiaggia.
Come nasce un brano di Jesse The Faccio? Che cosa succede quando siete in studio?
Lo scrivo e lo arrangio chitarra e voce, poi mi faccio un’idea anche per gli altri strumenti, la seconda chitarra (sopratutto), poi basso e batteria. Quando andiamo non in uno studio ma in salotto (abbiamo cambiato stanza) di Francesco “Gamba” Gambarotto (batteria e produzioni), sperimentiamo insieme le idee o semplicemente registriamo le parti concordate. Per questo pezzo in particolare, per registrare con dei volumi più alti, abbiamo registrato chitarre e basso da Iohoo Records, piccola etichetta/studio/realtà e molto altro di Padova.
Chi altri fa parte della scena padovana?
Al momento direi Joe D. Palma, Venere, Post Nebbia, sono i tre progetti che apprezzo di più. Poi c’è e ci sarà sicuramente molto altro.
Che cosa vuol dire lo-fi?
Di partenza era farsi le cose con i propri mezzi senza aver dietro grosse produzioni, diciamo in “bassa qualità” (il mio caso ad esempio). Nel tempo è diventato un genere, con un’altissima qualità.
E cosa rappresenta Santa Sofia, un anticipo di un nuovo album forse?
Santa Sofia è un singolo a sé, lo presenteremo per la prima volta live sul palco del Mi Ami. Sta in mezzo al disco “I soldi per New York”, il mio primo, uscito ad ottobre, e un secondo che arriverà.
Devi suonare, ma lo stesso giorno c’è l’ultimo concerto della carriera di Ariel Pink. Che cosa fai?
Ahahah se il concerto è a LA (come potrei immaginare) mi sa che è dura. In ogni caso credo che suonerei, dedicando il mio concerto ad Ariel Pink e ai presenti che si son persi Ariel Pink. Fosse Mac o i Beach Fossils forse ci penserei su!
